Concedere e consentire il reso ai propri clienti può diventare una fortuna di guadagno. Lo sanno bene le aziende di abiti e accessori che sul mercato online hanno fatto grandi affari. Con questa postilla i potenziali acquirenti si avvicinano di più all’acquisto online consci di poter poi, una volta ricevuto il proprio prodotto a casa, rispedirlo. Sia esso per aver preso una taglia sbagliata oppure perché il capo visto da vicino non piace.
Fortuna di guadagno
Uno studio ha manifestato che per le aziende consentire il reso è un vera e propria fortuna di guadagno poiché i clienti sono maggiormente propensi a fare acquisti. Le aziende che offrono resi gratis hanno aumentato le vendite del 457%.
Non tutto oro che luccica
Ma fare reso non ha tutti i suoi benefici, soprattutto all’ambiente. Aumenta l’utilizzo di imballaggi e di conseguenza l’aumento dei rifiuti speciali oltre che il trasporto avviene due volte.
Il packaging è quello più ricorrente in queste occasioni. Secondo una stima in America vengono spediti 165 miliardi di pacchi, vuol dire abbattimento di 1 miliardo di alberi.
Nuove tendenze
Si sta facendo largo anche una nuova moda: fashion renting.
Noleggiare il vestito, semmai tra i più belli, e poi riconsegnarlo. Il mercato degli abiti usati ha raggiunto vendite per 24 miliardi di dollari nel 2018 sul mercato Usa. Solo per fare un raffronto Zara e H&M hanno un fatturato di 35 miliardi .
Poi ci sono i tre tipi di serial returner: il compulsive shopper, acquista e poi per senso di colpa li rimanda indietro. Il wardrober acquista un abito, si fa il selfie e poi lo rende. A questo si aggiunge chi sfrutta l’abito per una occasione speciale e all’indomani lo rimanda al mittente. Il bracketer, acquista diverse taglie e poi trattiene quella giusta.
Il futuro
L’anno prossimo negli USA il valore dei resi aumenterà del+75% rispetto al 2016. Un mercato parallelo che alimenta anche le frodi che costano ai retailer più di 15,3 miliardi di euro l’anno.
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