Conferme cicliche di lungo

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CONFERME CICLICHE DI LUNGO
DECISIONI O RINVII?
INTERVISTA A GIAN PIERO TURLETTI
PERCHE’ UN DOPPIO TITOLO PER QUESTA INTERVISTA?
Intendo offrire ai lettori una doppia intervista, dato anche il rilievo assunto dal periodo che sta per iniziare, per cui ho pensato ad un doppio titolo.
A COSA SI RIFERISCE?
Con il mese di settembre inizia un periodo di rilevante importanza, sia sotto il profilo ciclico, per i principali mercati azionari, sia dal punto di vista macroeconomico.
Dal punto di vista ciclico, infatti, settembre si rivela statisticamente mese cruciale, anche secondo le indicazioni del Top or bottom e dell’analisi frattale.
Dal punto di vista macroeconomico e politico, le attenzioni si concentrano invece sulle decisioni di politica economica e sulla decisione relativa alla decadenza di Berlusconi, fattori rilevanti per i mercati finanziari.
Con settembre inizia peraltro tradizionalmente un percorso, che si conclude con la legge di stabilità, che deve periodicamente affrontare i più importanti nodi di politica economica, relativi anche al tema della sostenibilità del debito pubblico.
COMINCIAMO A CONSIDERARE GLI ASPETTI TECNICI E CICLICI:
PERCHE’ CONFERME CICLICHE DI LUNGO?
Già in precedenti interventi ho avuto modo di sottolineare l’importanza degli indici statunitensi per l’andamento internazionale delle principali borse occidentali, e come vi fossero diversi elementi per ritenere probabile un ribasso di lungo termine proprio a partire dagli USA.
Ora, in questa intervista, sottolineo ulteriormente taluni aspetti, desunti proprio dal mercato azionario USA.
CI PUO’ DETTAGLIARE QUESTA SUA ANALISI?
Consideriamo un grafico di lunghissimo termine, per semplificare possiamo usare barre su time frame mensile, dell’indice S & P 500.
Possiamo innanzi tutto tracciare due rette parallele di lunghissimo termine, che formano un canale rialzista.
Quella di supporto interseca i minimi di agosto 1982 e marzo 2009.
Quella di resistenza, parallela alla prima, interseca invece i massimi di ottobre 2007 e luglio 2013.
Una terza retta resistenziale, parallela alle prime due, può essere tracciata sui massimi del 2000.
Possiamo facilmente, grazie a tale grafico, intercettare anche in anticipo massimi e minimi di lungo termine, successivi al massimo del 2000.
IN CHE MODO?
Successivamente al massimo del 2000, i successivi setup di lungo termine, si trovano alle intersezioni tra rette di resistenza o di supporto di un certo rilievo,con la retta di resistenza o la retta di supporto di lunghissimo termine.
Peraltro non importa che tali intersezioni si trovino sulla retta di supporto o di resistenza di lunghissimo termine.
Tale intersezione, dalla ricerca da me effettuata, risulta semplicemente definire un setup temporale, quindi potremmo anche avere un’intersezione di massimo segnalata sulla retta di supporto ed un’intersezione di minimo, segnalata sulla retta di resistenza.
Insomma, una particolare modalità di funzionamento dei mercati, che non attribuisce particolare valore al fatto che si tratti di supporti o di resistenze, ma alla valenza temporale di tali coincidenze.
Ma procediamo con ordine:
successivamente al massimo del 2000 si era formato un canale rialzista di lungo termine.
Tracciando la retta supportiva intersecante i principali minimi di luglio 1996 e settembre 1998 di detto canale, notiamo che tale retta interseca la retta di resistenza di lunghissimo termine più esterna, ad ottobre 2002, mese da cui è ripartito un altro trend rialzista di lungo termine.
Il successivo top di lungo, di ottobre 2007, veniva segnalato dall’intersezione
di due rette, una di resistenza e l’altra di supporto, con la retta di supporto di lunghissimo termine.
La retta di resistenza intersecava i massimi di  febbraio 2000 e maggio 2001, mentre quella di supporto intersecava i minimi di marzo 1999 e marzo 2001.
Entrambe queste rette si intersecavano tra loro e con la retta di supporto di lunghissimo termine ad ottobre 2007, da cui partiva un altro trend ribassista di lungo termine.
Il successivo bottom di lungo, veniva segnalato dall’intersezione tra la retta supportiva, congiungente i minimi di agosto e novembre 2007, ancora una volta con la retta di resistenza di lunghissimo termine, ma questa volta quella più interna.
Veniva in tal modo individuato il mese di aprile 2009, con uno scarto quindi di un solo mese dal minimo di lungo termine, di marzo 2009.
E QUINDI SI PERVIENE AL MASSIMO ATTUALE.
MA SEGUENDO LA MEDESIMA TECNICA, QUALI ELEMENTI PAIONO CONFERMARE SI TRATTI DI UN TOP DI LUNGO TERMINE?
Intanto, il fatto che, come già spiegato in precedenti interventi, sia stato raggiunto in corrispondenza della retta di resistenza di lunghissimo termine.
Inoltre va notato che, ancora una volta, tale massimo veniva segnalato anche da indicazioni analoghe a quelle dei precedenti top e bottom di lungo termine.
In particolare: la retta di resistenza congiungente il massimo di ottobre 2007 e il massimo di aprile 2010, si congiungeva con la retta di supporto di lunghissimo termine a luglio 2013, e nello stesso mese scadeva un altro importante setup, dato dalla congiunzione tra la retta di resistenza intersecante i massimi di aprile 2010 ed aprile 2011 con la retta di resistenza di lunghissimo termine più interna.
Peraltro in questo caso, come già verificatosi per il top di ottobre 2007, abbiamo una duplice indicazione.
Il mese successivo, cioè agosto, ha quindi visto il massimo raggiunto in luglio leggermente ritoccato verso l’alto, per poi assistere ad una netta inversione di tendenza al ribasso.
Sono questi gli elementi che, unitamente ad altri già indicati in precedenti interventi, sembrano ulteriormente supportare l’ipotesi ribassista di lungo termine sui principali mercati azionari, visto anche il rapporto tra mercati dato dell’intermarket analisys.
Tale ipotesi dovrà peraltro essere confermata dalla rottura di determinati supporti di lungo.
E VENIAMO ALLA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA:
PERCHE’ DECISIONI O RINVII?
Mi riferisco, con questa espressione, all’impostazione di politica economica del governo, che pare ancora una volta, al di là delle apparenze in materia di IMU, prediligere la politica del rinvio.
Fattore di non poco conto, visto anche il rilievo assunto dalle decisioni di politica economica su diverse variabili fondamentali, tra cui la dinamica del debito pubblico.
MA PERCHE’ RINVII?
Apparentemente si è decisa la questione dell’IMU, ma l’impostazione generale di politica economica del governo pare basarsi più che altro su partite di giro.
Infatti, venuto meno questo prelievo, si dovrà pensare alle necessarie coperture, e necessariamente si rischia solo di effettuare una partita di giro, se poi comunque si prevedono imposte e tasse sostitutive, come la service tax.
Infatti, quel che conta è il prelievo a carico dei contribuenti.
Con la nuova service tax, infatti, taluni studi evidenziano come forse il prelievo fiscale globale sarà anzi superiore, peraltro in parte a carico anche degli inquilini, e questo comporta anche un rischio di insolvenza sui canoni di locazione, soprattutto per i soggetti meno abbienti, o, in alternativa, un rischio di flusso finanziario non riscuotibile dall’ente pubblico.
Insomma, ancora una volta pare che la politica abbia a che fare con una coperta troppo corta.
L’importante, invece, a fini di ripresa economica, sarebbe dare una svolta complessiva alla politica economica, diminuendo significativamente il livello complessivo di pressione fiscale, che pare sempre troppo elevato, per consentire che l’economia italiana riesca ad agganciare in misura significativa la ripresa in atto.
Pensiamo, ad esempio, a cosa significherebbe un aumento dell’IVA per le prospettive di crescita.
MA COME FARE IN CONCRETO?
Personalmente, io amo battere il chiodo fisso della necessità, come già detto in numerosi miei interventi, di una riappropriazione dello strumento della politica monetaria, che dovrebbe tornare nella disponibilità dei singoli stati, passando attraverso una riforma dei trattati europei.
Senza un intervento di questo tipo, credo che in sostanza si avrà sempre a che fare con una coperta troppo corta, per cui quello che si riesce a risolvere da una parte, comporterà sempre problemi di copertura e di bilancio da un’altra parte.
Per questo, ritengo che diverse questioni siano state solo rinviate, in particolare mi riferisco al nodo delle coperture finanziarie, nodi che dovranno essere affrontati nella legge di stabilità.
Come si vede, i problemi, ancora una volta, più che risolti paiono rinviati.
Quanto alle conseguenze sui mercati, andranno monitorate anche alla luce della tenuta della maggioranza proprio in relazione ai futuri nodi che andranno affrontati:
IVA, regolazione della service tax, legge di stabilità.
MA SI STA VELOCEMENTE APPROSSIMANDO UN ALTRO NODO POLITICO, SU CUI SI STA ACCENTRANDO L’ATTENZIONE DEGLI OSSERVATORI:
LA DECISIONE SULLA DECADENZA DI BERLUSCONI.
QUAL’E’ LA SUA OPINIONE, E QUALE EFFETTO POTREBBE AVERE SUI MERCATI?
Parlerei, al riguardo, dell’articolazione della questione in tre principali aspetti:
politico, giuridico, economico.
Sotto il profilo dell’analisi politica, non concordo con coloro che legano la decisione sulla decadenza al futuro politico di Berlusconi.
Questa tesi, evidentemente, ritiene che un leader politico, per essere tale, debba necessariamente essere presente in parlamento, mentre non è detto.
Pensiamo ad esempio a Grillo.
Potrebbe quindi benissimo succedere che Berlusconi, anche non più presente in parlamento, continui a guidare la forza politica di cui è leader.
Le conseguenze politiche, semmai, potrebbero riguardare il governo.
Una decisione favorevole alla decadenza, infatti, potrebbe avere gravi ripercussioni sul governo, o possibile che questa circostanza venga comunque usata come pretesto, da parte di coloro che sono contrari a questo esecutivo, per farlo cadere.
Sotto il profilo economico, sarà soprattutto la tenuta del governo o meno a condizionare le sorti dei mercati.
Infine, per quanto riguarda gli aspetti più strettante legali, va osservata la natura giurisdizionale della procedura, per cui sarebbe senz’altro possibile, come indicato da taluni, un rinvio alla corte costituzionale della legge Severino.
E questo comporterebbe un rinvio della decisione.

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