Condomini di qualità e a basso costo: gruppi promotori e community

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Condomini di qualità e a basso costo: gruppi promotori e community. Una guida sui condomini di qualità e a basso costo: gruppi promotori e community

Si dice che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Una massima che vale nella vita a tutto tondo. E non fa eccezione nemmeno il settore immobiliare, specie nel caso di formule innovative. Basti solo pensare ai nuovi modi di fare condominio o “cohousing”, sempre più d’interesse anche in Italia, nella duplice opzione di appartamenti in vendita o affitto. Per una rapida panoramica, il nostro precedente approfondimento visionabile qui, sarà sicuramente una fonte d’informazioni. Come anticipato, per far sì che il progetto di condominio solidale, parta col piede giusto è cruciale la costituzione di un gruppo promotore. Vediamo quindi cosa significa nel dettaglio.

I due filoni di “cohousing” in Italia

La realtà dei condomini cosiddetti “solidali” è stata importata in Italia dall’estero, ormai da qualche anno con l’intento di offrire soluzioni più a basso costo. Ma è bene ricordarlo, in questo caso, il basso costo non significa qualità scadente, tutt’altro! Per far sì che ci sia qualità a basso costo è però necessario non improvvisare e strutturare il piano. I modelli di “cohousing”, fino ad oggi, messi a punto in Italia, seguono sostanzialmente due filoni. Uno è quello classico dove l’iniziativa parte dal basso, con la creazione di comunità intenzionali, l’altro è tramite enti promotori. Ed è su questi passaggi iniziali che si concentrerà il nostro attuale focus.

Condomini di qualità e a basso costo: gruppi promotori italiani

Tra le regioni sicuramente più coinvolte: Lombardia, Trentino, Piemonte, Emilia Romagna, ma anche Umbria, Calabria e Sicilia. Va da sé che ogni realtà territoriale caratterizzerà i vari progetti in funzione del target di zona. Accendendo i fari sulle realtà di più lungo corso, partiamo con ciò che esiste da tempo e che funziona, vista la successione di progetti immobiliari di successo che vengono “sfornati”.

Cohousing di Milano

Una realtà da attenzionare è sicuramente quella che esiste nell’area lombarda, rintracciabile al sito “cohousing.it”. Nella pagina è possibile prendere visione dei progetti in corso e in partenza, ma viene facilitato anche lo step del “fare comunità” tra futuri condòmini. Con un semplice click, si avrà quindi accesso alla “Community”. Il fine che si prefiggono è duplice: tenere aggiornati gli iscritti con le news e riservare loro la chance di aderire in anteprima ai nuovi progetti.

Nova Habitat di Bologna

A Bologna si trova invece un’impresa di promozione e di consulenza che opera esclusivamente nell’ambito del terzo settore. Il fine dichirato è quello di sostenere le amministrazioni e le associazioni ad innovare e riformulare le proposte a sostegno del fabbisogno abitativo. Tra i progetti al via, il cohousing “Il Frullo” nel comune di Castenaso: un nuovo quartiere residenziale in fase di completamento.

Oltre a gruppi promotori e comunità di futuri e potenziali cohousers e condòmini, rientrano nel circuito anche i programmi messi in piedi dalle banche. Tra questi: il Programma Housing della Compagnia San Paolo, con un raggio d’azione un po’ in tutta Italia.

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