Con soli 15 anni di contributi INPS è possibile andare in pensione nel 2022 rispettando questi requisiti

INPS

La pensione di vecchiaia classica si ottiene con 67 anni di età e 20 di contributi. Ma nel sistema esistono deroghe e scorciatoie. Ci sono misure che riducono l’età minima prevista, come per esempio la Quota 102, a 64 anni.

Ma ci sono anche misure che permettono uscite senza necessariamente dover raggiungere i 20 anni di contributi.

Chi non ha carriere continue e durature, come i precari o le donne, può trovare in queste misure una valida soluzione al pensionamento.

Con soli 15 anni di contributi INPS è possibile andare in pensione nel 2022 rispettando questi requisiti

Ci sono regole e normative che permettono di accedere alla pensione anche senza i canonici 20 anni di contributi. Si tratta di misure adatte a chi ha avuto carriere discontinue. Ma sono misure che prevedono requisiti, vincoli e paletti piuttosto difficili da centrare. Anche perché sono strumenti che provengono da normative lontane nel tempo che hanno quasi del tutto terminato il loro ciclo vitale. Si tratta delle cosiddette deroghe Amato. Tutte ancora attive ma difficili da attuare nel 2022. Misure che operano in deroga al requisito minimo dei 20 anni di contribuzione. Infatti bastano 15 anni, e per questo si parla, in gergo, di pensione quindicenni.

La normativa per chi ha 15 anni di contributi nel 2022

In alcuni casi per la pensione si può sfruttare la disciplina prevista dalle deroghe Amato. Infatti con soli 15 anni di contributi INPS è ancora possibile andare in pensione. L’età di uscita resta sempre quella ordinaria, cioè i 67 anni. Le deroghe Amato sono 3 e tutte fissano nel 1992 l’anno più importante per centrare i vari requisiti previsti.

Per esempio, la prima deroga Amato permette il pensionamento per chi ha versato tutti i 15 anni di contributi prescritti, entro il 31 dicembre 1992. Si tratta quindi di una contribuzione minima di 780 settimane. La seconda deroga Amato invece, prevede la medesima possibilità di uscita con 15 anni di contributi e 67 anni di età a chi è stato autorizzato al versamento dei contributi volontari entro la fine del 1992. Una possibilità che prescinde dal fatto che i contributi risultino versati o meno (basta solo l’autorizzazione).

La terza deroga è per quanti abbiano almeno 25 anni di anzianità contributiva (il primo versamento deve essere lontano almeno 25 anni dalla data di pensionamento).  Ma occorre anche che almeno 10 anni di questa carriera siano coperti da contributi, per periodi inferiori alle 52 settimane per anno solare.

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