Con sistema contributivo e 35 anni di contributi ecco quando prenderà di pensione un lavoratore 

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Più passano gli anni e sempre meno sono i lavoratori che accedono alla pensione col sistema retributivo. È un fatto fisiologico questo. Dal 1996, con l’entrata in vigore del sistema contributivo, la pattuglia di contribuenti con una rilevante dote di anni retributivi si è tremendamente assottigliata. Le pensioni sono calcolate quasi tutte o completamente col sistema contributivo o con una parte appoggiata al sistema retributivo. Ed è cosa nota che una pensione contributiva, nove volte su dieci è penalizzante rispetto alla pensione retributiva.

Conti alla mano, una pensione retributiva con 35 anni di contributi è in media, del 25% almeno più alta di una pensione calcolata col sistema contributivo. 

Con sistema contributivo e 35 anni di contributi ecco quando prenderà di pensione un lavoratore

Per capire bene la differenza tra una pensione contributiva ed una retributiva, niente di meglio di Opzione donna. La pensione retributiva è calcolata sulla media delle retribuzioni percepite durante la carriera (soprattutto negli ultimi anni di carriera). La pensione contributiva invece è calcolata sul montante dei contributi. Il montante è una specie di salvadanaio dove un lavoratore mese dopo mese, versa una parte dello stipendio. Accumulo che una volta arrivato il momento della pensione, si trasforma in rendita. 

Chi ha iniziato a lavorare dopo la riforma Dini, cioè dopo il 31 dicembre 1995, è chiamato contributivo puro. A questo genere di lavoratore la pensione è liquidata tutta col sistema contributivo. 

Chi ha una carriera iniziata prima, ha diritto al calcolo misto. La contribuzione versata fino al 1996, produce una prima parte di pensione calcolata col sistema retributivo. I restanti anni col sistema contributivo. La somma di queste due diverse quote, da la pensione effettivamente spettante. Si parla di calcolo misto.

Cosa succede optando per il calcolo contributivo

Chi ha 18 o più anni di contributi versati al 31 dicembre 1995, ha diritto al calcolo retributivo fino al 2012. Chi invece ne ha di meno, ha diritto al calcolo retributivo solo fino al 1996. Evidente che maggiore è la carriera prima del 1996, maggiore è la penalizzazione subita sul calcolo dell’assegno se si sceglie il contributivo. 

È ciò che accade alle lavoratrici che scelgono Opzione donna

La misura consente di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi versati e 58 i 59 anni di età completato entro il 31 dicembre 2021 (58 anni le lavoratrici dipendenti, 59 le autonome). 

Proprio sui 35 anni si può fare un calcolo della penalizzazione di assegno che si va ad accettare. Va detto comunque che tutto cambia da persona a persona, perché difficilmente si può trovare una carriera con retribuzione annua lorda, utile al calcolo retributivo della pensione, costante e fissa. 

Ipotizzando per assurdo, il contrario di ciò che abbiamo detto in precedenza, vediamo cosa ci rimette un lavoratore con sistema contributivo e 35 anni di contributi. 

Con retribuzione costante da 30.000 euro annui e con 15 anni di versamenti prima del 1996, la sua pensione con il sistema misto sarebbe di circa 20.000 euro annui. I 15 anni nel retributivo valgono circa 9.000 euro mentre sarebbero 11.000 quelli dei restanti 20 anni nel sistema contributivo. Questo a 67 anni di età. Scegliendo l’anticipo come per opzione donna, magari intorno a 60 o 61 anni, la pensione scenderebbe a 14.500 euro circa, per via della parte retributiva che verrebbe ricalcolata con il contributivo. 

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