Con questo trucco della nonna le castagne saranno ancora più gustose e tenere

castagne

Le castagne profumano di autunno, di famiglia e di calore. In sintesi, le castagne sono quel piatto povero che però riesce a unire le persone di fronte al focolare. Certo, si tratta di un frutto semi selvatico che in molti vedono come una conquista.

Per trovarle, infatti, o si va al supermercato o, meglio ancora, si va a camminare nei boschi. Alcuni associano la raccolta delle castagne a quella dei porcini, consolandosi con le prime se mancano i secondi. Tuttavia, il loro gusto è amaro e la loro consistenza molto farinosa. Se non si è abituati a gusti del genere, le castagne possono risultare difficili da mangiare. Tuttavia, con questo trucco della nonna le castagne saranno ancora più gustose e tenere.

Preparazione

Dopo aver bollito per circa venti minuti le castagne, dobbiamo sbucciarle. Le lasciamo riposare e prendiamo un piccolo pentolino dove facciamo sciogliere il miele con dell’acqua. A questo punto, mescoliamo per bene la nostra creazione e la lasciamo raffreddare.

Ci serviranno, poi, delle fette di lardo aromatizzate alle erbette di montagna. Avvolgiamo ogni castagna in una fetta di lardo per poi far colare un po’ di miele sciolto sulla superficie. Se riusciamo, possiamo addirittura creare delle specie di caramelle con il lardo. Se aggiungiamo un po’ di timo in cima, troviamo l’equilibrio perfetto di sapori.

Con questo trucco della nonna le castagne saranno ancora più gustose e tenere

Naturalmente, il vino si abbina meglio alle castagne se aggiunto direttamente in cottura. In molte regioni del Centro- Nord le castagne preparate in questa maniera assumono il nome di caldarroste. E, per le caldarroste, esistono due scuole di pensiero: c’è chi ama abbinare un vino molto acido e altri che propendono per vini tannici. La seconda scelta va nella direzione della continuità: le castagne sono farinose e amare e un vino tannico abbassa l’amarezza. Tuttavia, il vino tannico non solo non contrasta il lato farinoso ma anzi, lo esacerba.

Dunque, la seconda scuola indica la scelta di un vino acido per spingere la nostra bocca a salivare e dunque trovare un equilibrio. Per chi ama il bianco si consiglia un sauvignon, magari della Valle della Loira francese. Per gli irriducibili del vino rosso, invece, consigliamo un rosso acido come il lagrein del Trentino Alto Adige.

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