Con la legge sul cyberbullismo quali risultati abbiamo ottenuto?

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Ebbene si ci è chiesti, dopo circa 3 anni dall’emanazione, con la legge sul cyberbullismo quali risultati abbiamo ottenuto. La legge (n. 71 del 2017) contiene delle disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno in discorso.

Essa, è stata emanata, specificamente, per prevenire i danni derivanti dalle manifestazioni di abuso e denigrazione legate all’utilizzo del web. Quindi, dal 2017 si ci è chiesti come prevenire tali fenomeni e la domanda ha interessato i diversi livelli istituzionali: dalla politica, alla scuola, alle agenzie educative. La legge, quindi, avrebbe dovuto innescare una rete di collaborazione tra le istituzioni, per contrastare il fenomeno di abusi perpetrati attraverso il web. Essa, tuttavia, seppure ambiziosa, è stata applicata soltanto in parte.

Per il resto, la diffusione dei social e l’uso indiscriminato del web hanno proceduto a passo più veloce delle norme. Non a caso, l’uso di internet ha scatenato, spesso, fenomeni sociali dissociativi, considerata la difficoltà della mente di distinguere la finzione dalla realtà.

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Il successo fittizio della legge

Quindi, la domanda: “con la legge sul cyberbullismo quali risultati abbiamo ottenuto?”, porta una riflessione sui postumi della stessa. In particolare, si è detto che la legge partiva da buoni propositi ma, poi, ci si è ben presto resi conto che le risorse umane e le finanze pubbliche non consentivano la sua applicazione concreta. Infatti, delle sue finalità e manovre, ad oggi, è rimasto quasi tutto sulla carta. Di contro, il fenomeno del cyberbullismo aumenta con l’incremento indiscriminato dell’uso delle piattaforme informatiche.

Sicché, cresce il numero delle vittime di siffatto reato. Inoltre, attraverso il web è stato anche più agevole trasformare le azioni reali di bullismo in azioni virtuali ,altrettanto dannose e penetranti. Senonché, dietro lo strumento telematico si nascondono azioni pericolose, non sempre neutralizzabili tempestivamente.

Dunque, per prevenire detti fenomeni, cosa bisogna fare? La risposta più concreta è: controllare i nostri figli e stargli vicino, ascoltarli ed interrogarli, in modo da poter intervenire quando necessario. Quando, cioè, il mostro del sopruso inizia ad attanagliarlo e a sconvolgere la sua vita quotidiana.

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