Comprare o attendere un ritracciamento sui mercati azionari?

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Quanta forza ha da sfruttare ancora il mercato azionario internazionale? Nella giornata di oggi si è evidenziata una certa debolezza sia in apertura di Wall Street che durante le contrattazioni nel Vecchio Continente. Una debolezza che, visto il più ampio panorama internazionale, ha fatto pensare se non sia meglio comprare o attendere un ritracciamento sui mercati azionari

Tutto nasce da un mosaico di eventi che si possono notare a livello internazionale. A partire dall’Asia e dalla stretta dei controlli da parte del governo cinese sui titoli tech, ma anche su quelli di altri settori, tra cui quello immobiliare e della formazione. Stretta che, forse ancora lontana dall’essere allentata, ha portato gli analisti di Goldman a rivedere le stime di crescita proprio sul mercato cinese. L’ottimismo aveva finora trovato linfa soprattutto nella disponibilità della FED.

In queste ore hanno fatto buona impressione gli ultimi dati macro riguardanti le spese personali per i consumi che, sempre negli USA, sono arrivati all’1% nel mese di giugno, il doppio rispetto a quanto previsto dagli osservatori. Parallelamente, però, ha fatto nuovamente capolino la cautela. Il motivo? Una crescita dell’economia a stelle e strisce inferiore al previsto. Infatti il PIL di Washington nel secondo trimestre non è andato oltre il + 6,5% a/a. Un risultato potenzialmente interessante, se non fosse che le aspettative puntavano ad un esaltante +8,4%.

Comprare o attendere un ritracciamento sui mercati azionari?

A raffreddare ulteriormente gli entusiasmi è stato anche l’outlook per la seconda parte dell’anno. Infatti la crescita dell’economia potrebbe aver raggiunto ormai l’apice. Un apice che, nei prossimi mesi dovrà riuscire a combattere altri fattori come le tensioni sui prezzi delle materie prime e, soprattutto quel fiume di liquidità che, promesso dalla Banca centrale USA, nei prossimi mesi potrebbe trasformarsi man mano in un rigagnolo.

Almeno stando alle parole del presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard il quale ha parlato chiaramente di tapering. Una voce di dissenso che ha un peso più forte di quanto si possa credere. Infatti Bullard è da sempre visto come uno dei rappresentanti del fronte più accomodante del FOMC. Il che getta nuove preoccupazioni su quelle certezze perennemente ribadite da Powell ma che, invece, stanno creando più di una contraddizione proprio ai vertici della FED.

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