Commodity: 4 ragioni per scommetterci

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Goldman: 4 ragioni per puntare sulle commodity

Se per il 2019 ci sono ancora dubbi viste le tante incertezze ancora in essere, resta un punto fermo, secondo Goldman Sachs. La celebre banca statunitense, infatti, è rialzista sulle materie prime.

Il motivo? In realtà ce ne sono ben quattro.

Il petrolio e l’Opec e le commodity

Il primo riguarda il petrolio. L’Opec ha deciso di chiedere aiuto a Russia e ad altre nove potenze produttrici per riuscire ad aumentare la sua forza. Rendendosi conto che contro il gigante statunitense rischiava di non avere più l’effettiva influenza di una volta, si è dovuta piegare ad alcune alleanze. Una strategia che sembra aver dato i suoi frutti. Per quanto ancora volatile, il mercato ha trovato nella nuova Opec+ (la formula usata per indicare il nuovo-maga gruppo) un interlocutore forte. Per questo motivo, quando  si è deciso a dicembre a Vienna nell’ultima riunione, di tagliare la produzione, le quotazioni, anche se non subito, sono salite. Numeri alla mano si parla di 1,2 milioni di barili al giorno con un ulteriore taglio di 800mila deciso in un secondo tempo dall’ Arabia Saudita.

La Cina aiuta con gli stimoli economici

Un’altra spinta arriva dalle notizie di stimoli economici cinesi che potrebbero spingere la domanda interna. Mercoledì è arrivata la notizia secondo cui la banca centrale cinese avrebbe iniettato circa 83 miliardi di dollari nel sistema bancario. A tutto vantaggio del sistema produttivo e, di conseguenza, dell’oro nero.  A poco sembrano invece essere servite le sanzioni statunitensi imposte all’Iran. Anche perché, a sorpresa, sono arrivate delle esenzioni che di fatto hanno inficiato gli effetti. Inoltre l’iper produzione vista tra settembre, ottobre e novembre, a sua volta arrivata in previsione delle sanzioni iraniane e del possibile deficit,  dovrebbero essere smaltite presto. Al massimo entro la prima metà del 2019.

Incertezza politica. E anche finanziaria. Puntare sulle commodity?

Senza dimenticare anche un altro fattore determinante: l’incertezza politica presente soprattutto in Europa. Ma se si parla di politica si deve guardare anche a quella finanziaria. In particolare alla Fed che, come ricorda Jeff Curries, responsabile globale di Commodities Research di Goldman Sachs, potrebbe essere meno aggressiva del previsto. Infatti la banca centrale Usa dopo i primi timori ha fatto intendere la volontà di rallentare sulla scia dei tassi di interesse. Da qui un indebolimento del dollaro e un maggiore appeal per il petrolio, denominato in dollari. Non solo, ma nelle corde c’è anche un aumento dell’oro, altra materia prima su cui Goldman è rialzista.

Approfondimento La view di ProiezionidiBorsa

Come battere il mercato?

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