Come versare i contributi quando si è senza lavoro?

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Quando si fa un programma per il versamento di contributi per la propria pensione, spesso ci si domanda quale soluzione convenga maggiormente. Spesso si sente parlare di contributi volontari. Conviene pagarli? Come funzionano? Il desiderio di molti lavoratori è quello di non ritardare troppo il pensionamento e la questione è sempre molto cara ai governi che si succedono. Le ragioni sono molteplici ed una di queste riguarda di sicuro l’aumento della popolazione anziana a fronte di quella giovane.

Non è un paese per vecchi” reciterebbe il titolo del lungometraggio realizzato dai fratelli Coen. Probabilmente, però, se si inizia a pensare sin da subito al proprio futuro pensionistico, si potrebbe guadagnare un bel po’ di tempo sulla marcia lavorativa. Vediamo, di seguito, come versare i contributi quando si è senza lavoro e quando conviene pagare i contributi volontari.

Cosa sono i contributi volontari Inps

I contributi volontari Inps sono dei versamenti effettuati a carico del lavoratore utili ai fini pensionistici. Essi sono validi tanto per il diritto quanto per la misura pensionistica scelta. Tutti coloro che sono ad un passo dalla pensione ma hanno perso il lavoro o si trovano in uno stato di inoccupazione, possono versare i contributi volontari.

Tale versamento è aperto a tutti i lavoratori, autonomi o dipendenti. Si tratta di una misura che offre l’opportunità di una prosecuzione volontaria della pensione. L’interessato versa, sua sponte, i contributi utili al raggiungimento dei requisiti pensionistici minimi. Spesso, coloro che adottando il versamento di contributi volontari lo fanno perché interessati ad accrescere il montante contributivo ed avere un assegno pensionistico più elevato.

Come versare i contributi quando si è senza lavoro?

La prima condizione da rispettare affinché si versino i contributi volontari è che sia interrotto o cessato il rapporto di lavoro. In alternativa, si possono versare i contributi se i requisiti minimi sono già perfezionati e si vuole incrementare l’assegno pensionistico. Affinché si acceda al versamento, l’Inps richiede che il lavoratore abbia almeno cinque anni di contributi versati in precedenza, tre dei quali precedenti la data di richiesta di versamento.

In linea generale si può dire che risulta utile versare i contributi volontari quando si creano delle falle contributive, ossia quando non si lavora più per diverse ragioni. Se, ad esempio, un lavoratore ha già versato per 22 anni i contributi e smette di lavorare per una determinata ragione, allora sarà utile versare i contributi volontari per raggiungere i requisiti minimi di pensionamento. Ad ogni modo, è sempre bene valutare il caso singolo per capire a chi convenga o meno versare i contributi volontari.

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