Come vengono effettuati dall’Agenzia delle Entrate gli accertamenti fiscali sui professionisti

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Fino a qualche tempo fa abbiamo reputato i professionisti la categoria fiscalmente più avvantaggiata, data la facilità con cui potevano decidere di evadere le tasse. Tuttavia, la necessità di fare cassa, ha indotto ad introdurre nuovi strumenti di controllo di detta categoria. In questa sede vedremo come vengono effettuati dall’Agenzia delle Entrate gli accertamenti fiscali sui professionisti. Ad oggi, gli strumenti con cui l’Agenzia delle Entrate riesce a controllare i professionisti sono numerosi e variano a seconda del tipo di attività. In particolare, ne esistono alcuni di carattere generale, utilizzati nei confronti di tutti ed altri, invece, specifici, valendo in base alla categoria. Partiamo, dunque, con il considerare gli strumenti di accertamento fiscale di carattere generale.

Indici sintetici di affidabilità fiscale e accertamenti analitici

Preliminarmente, partiamo dal considerare gli Isa, ossia gli indici sintetici di affidabilità. Si tratta di un’espressione molto utilizzata negli ultimi tempi, ma, cosa sono? Essi hanno sostituito gli studi di settore con cui presentano delle differenze. Si tratta di una metodologia basata sull’analisi di dati e informazioni, relativi a più periodi d’imposta. Attraverso di essi, si riesce a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale. Tali indici sono applicati agli esercenti attività di impresa, arti o professioni.

Essi, a differenza degli studi di settore, rappresentano non un mezzo diretto di accertamento ma esprimono il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente. Ciò, utilizzando una scala da 1 a 10. Altro strumento di controllo sono gli accertamenti analitici. Essi, sono basati sulle scritture contabili presentate dal contribuente a seguito di richiesta dell’ufficio oppure esibite in sede di verifica. La finalità, in questo caso, è di controllare quei soggetti esercenti lavoro autonomo che, seppure dichiarino compensi elevati, deducono un importo consistente di costi. In tal modo, essi cercano di abbattere, in maniera significativa, il reddito imponibile.

Accertamenti bancari e sui conti correnti

Il più temuti tipo di controllo è quello sui conti correnti. Essa viene effettuata attraverso i dati rilasciati dall’Anagrafe dei Conti Correnti. Questa che rivela tutte le movimentazioni fatte sullo stesso, grazie ai dati forniti dalle banche stesse. Nella specie, i versamenti di contanti e i bonifici ricevuti si presumono reddito salvo prova contraria gravante sul contribuente. Dal canto suo, il Fisco non è tenuto a dimostrare null’altro che il movimento contestato e non giustificato dal contribuente. A differenza che sui professionisti, sugli imprenditori avviene anche il controllo sui prelievi. I controlli sui conti correnti sono oggi di fatto lo strumento d’indagine più efficace del Fisco, nonché più immediato di quello analitico-presuntivo.

Controlli specifici per categoria

Abbiamo fin qui visto come vengono effettuati dall’Agenzia delle Entrate gli accertamenti fiscali sui professionisti, in via generica. Ora addiveniamo all’analisi di quelli specifici per singole categorie. In particolare, il controllo su geometri, architetti, geometri, geologi, in generale operanti nel campo edile, è basato su accertamenti analitico-presuntivi. Essi consentono di determinare i compensi conseguiti sulla base delle prestazioni rese. In pratica, l’accertamento si basa sulle incongruenze tra i progetti depositati e le fatture emesse.

Controlli su medici, dentisti e odontoiatri

Nei confronti di costoro, i controlli vengono fatti sulla base dei costi scaricati per l’acquisto di strumenti professionali o altri beni di utilizzo professionale. Si pensi ai guanti monouso. Ciò in quanto vi è una sicura correlazione fra consumo di materiali e interventi per prestazioni professionali sui pazienti.

Controlli su avvocati

L’attività degli avvocati è, invece, controllata sulla base delle iscrizioni telematica dei procedimenti civili. In tal modo, si opera una verifica dei procedimenti in corso grazie a un collegamento con l’ufficio del tribunale. Questo, se interrogato, trasmette quante cause il professionista sta patrocinando o ha già patrocinato. In tal modo è più semplice fare una verifica sulle fatture emesse, considerando se esse sono coerenti con i procedimenti portati avanti.

Controlli sui commercialisti

Lo stesso discorso degli avvocati vale per i commercialisti, considerato che, oggi, tutte le dichiarazioni fiscali sono trasmesse per via telematica. Quindi, si controllano il numero e i nominativi delle dichiarazioni inviate per conto dei clienti dal professionista incaricato, nonchè le parcelle da quest’ultimo emesse. Tuttavia, di recente, la Cassazione ha stabilito che il Fisco non può accertare l’omessa dichiarazione di compensi sulla base della sola trasmissione di dichiarazioni dei redditi. Ciò quando il commercialista adduce trattarsi di prestazioni gratuite rese ai soci delle società di cui tiene la contabilità. Secondo l’Agenzia delle Entrate, invece, tali prestazioni gratuite rese dai professionisti sono sospette. Esse, infatti, possono essere ritenute congrue più che altro nei confronti di parenti e amici.

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