Come sarà la recessione indotta dal coronavirus?

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Come sarà la recessione indotta dal coronavirus?

Sarà una recessione peggiore di quella del 2008, quando la Grande Crisi Finanziaria minacciò di mettere realmente in ginocchio il mondo. Ma quelli erano altri tempi, quella era una crisi, una recessione provocata da questioni finanziarie. Questa no. Questa è molto più subdola perché il pericolo, sebbene conosciuto, non può essere combattuto solo a colpi di politiche monetarie ed iniezioni di liquidità sui mercati.

L’economia mondiale ha subito un “arresto improvviso”, secondo il capo del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva. Il FMI sta ora cercando il modo di evitare che il declino peggiori ulteriormente.”Prevediamo un recupero nel 2021. In realtà, potrebbe esserci un rimbalzo considerevole, ma solo se riusciremo a contenere il virus ovunque . Ed evitare inoltre che i problemi di liquidità diventino un problema di solvibilità” ha continuato la direttrice del Fondo.

Come sarà la recessione indotta dal coronavirus?

Il  FMI  ha dichiarato venerdì scorso di essere alla ricerca di un approccio pratico per evitare che i paesi indebitati “cadano dalla scogliera” a causa del  coronavirus. La direttrice ha poi spiegato che il fondo è pronto a utilizzare la sua capacità finanziaria da 1.000 miliardi di dollari per sostenere i suoi Paesi membri.  E che questa crisi colpirà anche le economie emergenti. In questo caso potrebbero servire fino a 2.500 miliardi di dollari, una cifra davvero notevole. Le riserve interne e l’indebitamento sui mercati locali non saranno sufficienti. Per cui saranno necessari ingenti finanziamenti da parte del FMI, di altre istituzioni ancora e di creditori bilaterali.

Richieste di aiuto in aumento

Il numero di richieste da parte dei Paesi che chiedono aiuto è in rapido aumento. Ben 87 di loro, a basso e medio reddito, si sono finora rivolti al fondo per finanziamenti di emergenza. Il primo paese ad avere bisogno di aiuti è stato il Kirghizistan. Onde affrontare al meglio le sfide economiche durante la pandemia, il FMI esorta gli Stati membri ad accedere ai suoi strumenti finanziari e monetari il prima possibile. “Proponiamo di raddoppiare la nostra capacità finanziaria di emergenza, di semplificare i nostri processi, di colmare la lacuna del nostro finanziamento agevolato”, ha aggiunto la direttrice Georgieva.

“Stiamo rivedendo i nostri strumenti di prestito, per vedere cosa potrebbe mancare nel contesto di questa crisi, in modo da poter rispondere in modo appropriato. Vogliamo che i Paesi si avvicinino al Fondo e accedano agli strumenti di cui hanno bisogno per le loro esigenze. Prima lo faranno, prima otterranno i finanziamenti necessari, prima attueranno una buona politica. In questo modo abbiamo più possibilità di contenere i danni e di procedere verso il recupero”.

Una cosa è certa, da osservatori esterni. Dal FMI alla Banca Mondiale ed alla BEI,  e le  banche centrali mondiali, stanno facendo il possibile per non far mancare liquidità al sistema durante la recessione.

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