Come riconoscere un tartufo fresco per non pagarlo eccessivamente

tartufo

Pagare un piatto o un ingrediente in modo proporzionato alla qualità è giustissimo. Non sarebbe onesto sottopagare un ingrediente pregiato o una preparazione elaborata. Allo stesso modo, sarebbe ingiusto pagare in modo eccessivo una qualità non altrettanto superiore.

Ad esempio, come riconoscere un tartufo fresco per non pagarlo eccessivamente? Come capire se il prezzo è proporzionato alla qualità del prodotto servito? Ecco alcuni consigli che la Redazione di ProiezionidiBorsa offre ai propri Lettori in questa mini-guida.

A casa o al ristorante

Non solo al ristorante, ma anche a casa, è importante saper riconoscere un tartufo di qualità. È frequente, per gli appassionati di cucina, acquistare ottime materie prime da lavorare sapientemente a casa. Per stupire la propria metà o solo per soddisfare le aspettative del proprio palato, ecco come riconoscere un tartufo fresco per non pagarlo eccessivamente.

Guida all’acquisto

Il prezzo del tartufo varia da 100 euro a più di 2000 al chilogrammo, a seconda della qualità scelta. Per tale motivo, è importante tentare di comprendere qualcosa in più durante l’acquisto di quest’ingrediente pregiato e prelibato. Una premessa di base è che lo strumento per valutare la qualità di un tartufo sono i sensi, olfatto e vista in primis.

L’olfatto

L’odore del tartufo è un misto tra castagna e fieno. Un tartufo di qualità e ben maturo presenta un odore inconfondibile e assai intenso. Viceversa, l’odore ricorderà quello fastidioso dell’ammoniaca. Certo, isolare il profumo di un singolo tartufo quando questo è esposto in gruppo con altri compagni complica notevolmente le cose. Ecco che corre in soccorso un altro dei cinque sensi.

La vista

Un tartufo di qualità, perfetto nel suo grado di maturazione è solitamente regolare in forma e colore. Viceversa, se l’ingrediente presenta delle irregolarità nella forma o se la colorazione appare disomogenea e inusuale, meglio orientare l’attenzione verso altro. Quello nero presenta naturalmente qualche piccola gobba ed ha un aspetto pieno e tondo. Su quello bianco, tuttavia, piccole macchie rosse indicano un buon grado di maturazione.

Il tatto

L’ultimo senso da potere utilizzare (prima del gusto, ovviamente) è il tatto. Consigliamo di chiedere al fornitore la possibilità di prendere in mano il tartufo, per poterne testare la consistenza. Se questa è dura, compatta e non molle, molto probabilmente la qualità soddisferà le attese.

In questa fase, è possibile anche verificare la presenza o meno di parassiti, che comprometterebbero inevitabilmente la qualità.

Ecco come riconoscere un tartufo fresco per non pagarlo eccessivamente. Consigliamo di consumarlo sempre fresco, per gustare tutto il suo aroma e sapore. Eventualmente, è possibile anche congelarlo o conservarlo sott’olio. Per come cucinarlo in un primo piatto come al ristorante, consigliamo invece la lettura di questo articolo.

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