Come recuperare il TFR e lo stipendio dall’azienda fallita

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In periodo di pandemia l’economia non gira e tante aziende sono in crisi. Bankitalia ha stimato che la contrazione del PIL avvenuta lo scorso anno provocherà un aumento dei fallimenti delle partite IVA. Benché le recenti rilevazioni dimostrino che il numero dei fallimenti sia in diminuzione perché drogato dalle misure di sostegno. Tuttavia nel 2022 assisteremo ad un netto aumento di aziende in bancarotta.

Tanti lavoratori dipendenti, già colpiti dalla mancanza di lavoro, si troveranno ad affrontare ulteriori problemi da risolvere. Soprattutto coloro che avranno la sfortuna di lavorare in aziende che non riusciranno a superare la crisi. In questi casi, come recuperare il TFR e lo stipendio dall’azienda fallita?

Il fallimento, causa di preoccupazione per il dipendente

Il fallimento aziendale è una delle ipotesi di fine del rapporto di lavoro che maggiormente preoccupa il dipendente circa la probabilità di ottenimento delle somme spettanti. Soprattutto nel caso ci sia una manifesta insolvenza da parte del datore di lavoro.

Per stare tranquilli è sempre consigliabile rivolgersi a esperti del settore. Nello specifico, consulenti del lavoro o legali. Questi professionisti forniranno la necessaria assistenza per il calcolo delle quote di TFR accantonate. Oltre che per la raccolta di tutta la documentazione eventualmente necessaria.

Come recuperare il TFR e lo stipendio dall’azienda fallita

Il lavoratore può recuperare il credito chiedendo l’ammissione al passivo entro i termini di legge. Ovvero trenta giorni prima dell’udienza di verifica dei crediti. In ogni caso entro un anno (istanza tardiva) tramite PEC al curatore fallimentare. Allegando la documentazione comprovante il credito. L’onere probatorio, quindi, è a carico del dipendente.

Qualora la richiesta di ammissione allo stato passivo venga accolta, si potrà formulare una seconda domanda al Fondo di garanzia gestito dall’INPS. Il fondo provvederà a corrispondere oltre al trattamento di fine rapporto (anche qualora sia stato parzialmente versato), anche le ultime tre buste paga non regolarmente pagate dal datore.

Si può far ricorso alla stessa procedura anche nel caso in cui l’azienda pur essendolo nella sostanza, non risulti tuttavia formalmente assoggettabile a fallimento per mancanza di determinati requisiti. È questa l’ipotesi, ad esempio, delle start up innovative.

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