Come procurarsi e quanto rende un lavoro socialmente utile?

lavoro socialmente utile

I disoccupati o altri soggetti che percepiscano indennità fornite dallo Stato devono mettersi a  disposizione per lo svolgimento di lavori socialmente utili.

È un principio che sta alla base anche del cosiddetto reddito di cittadinanza. L’idea è tutt’altro che nuova, dato che risale addirittura agli anni ’80.

Il fatto che questo meccanismo sia tutt’ora in vigore dimostra solo che la disoccupazione in Italia è ancora diffusa. E anche che le indennità erogate dallo Stato sono purtroppo ancora molto numerose.

Il principio ispiratore è molto semplice. Se un soggetto percepisce un aiuto economico dallo Stato è giusto che si metta a disposizione dello Stato stesso. Svolgendo attività utili a tutta la collettività.

In questo modo l’indennità percepita non sarà semplicemente una elargizione da parte dello Stato. Ma sarà almeno in parte guadagnata.

Se un soggetto che percepisce una indennità si sente chiedere di dedicarsi ad un lavoro socialmente utile come può procurarsene uno?

Come procurarsi e quanto rende un lavoro socialmente utile?

Intanto, i lavori socialmente utili, sono messi a disposizione dai cosiddetti Enti utilizzatori. Secondo le normative attuali i soggetti che usufruiscono della Cassa Integrazione a zero ore, oppure una indennità di disoccupazione, possono dedicarsi a LSU nel loro ambito territoriale di riferimento.

Quindi gli Enti erogatori sono le Regioni, i Comuni, alcune scuole, molti enti pubblici, case di riposo e soprattutto cooperative sociali. Perché questa attività valga per mantenere il sussidio è necessario che il lavoro si svolga sotto la responsabilità e la sorveglianza dell’Ente che ha richiesto il lavoratore.

I lavori socialmente utili impegnano per un massimo di venti ore settimanali e non più di otto ore al giorno. In cambio di questa attività il lavoratore percepisce l’assegno per LSU rivalutato ogni anno. Per il 2020 si trattava di 595,93 euro.

Inoltre il periodo in cui il soggetto svolge lavori socialmente utili gli viene riconosciuto a fini contributivi. Tuttavia si tratta di contribuzione figurativa, perché i contributi non vengono materialmente versati. Sono contributi che servono solo ai fini dell’anzianità di anni lavorativi per poter andare in pensione.

Come già abbiamo avuto modo di illustrare su queste pagine oggi il meccanismo dei trattamenti pensionistici si basa su una combinazione di periodo lavorativo effettuato e di contributi versati. I lavori socialmente utili concorrono al raggiungimento del requisito degli anni di lavoro svolto. Inoltre garantiscono un assegno che, stando alle cifre di oggi, non è certo da rifiutare.

Ecco spiegato, dunque, come procurarsi e quanto rende un lavoro socialmente utile.

 

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