Come le elezioni influenzano i mercati

elezioni americane

Quanto influiscono le elezioni sui mercati azionari? E quanto influiscono sui rendimenti dei portafogli? Sono importanti solo nel lungo termine, o influenzano anche il breve ed il medio? Cerchiamo di scoprire come le elezioni influenzano i mercati. Le elezioni in esame sono ovviamente le più importanti del mondo. Ossia quelle americane, in programma il 3 novembre.

La prima cosa che va notata è che i mercati, molto spesso, tendono a prevedere i risultati elettorali. 20 volte sulle ultime 23 elezioni il mercato azionario sembra aver predetto proprio questo. Se l’S&P 500 è in rialzo nei tre mesi precedenti il giorno delle elezioni, di solito vince il partito in carica. Se invece i mercati sono in calo nello stesso periodo, è il partito oppositore che spesso vince. Come mai? Perché le azioni guardano sempre verso il futuro. E valutano l’incertezza, compresa quella causata da una elezione ormai alle porte.

I mercati, oggi, rispondono a questa situazione. L’S&P500 è sopra il 3% negli ultimi 3 mesi. Ma c’è un’emergenza Covid da tenere in considerazione. Emergenza che Trump sta gestendo malissimo. E, dato ancora più importante, dal 1912 solo una volta un presidente è stato rieletto dopo aver dovuto gestire una recessione. Recessione che maturasse entro due anni dalla potenziale rielezione.

Un’altra cosa importante è da notare. E riguarda sia il Congresso che la Casa Bianca. Che ci sia uno stallo nella composizione del primo e l’inquilino della seconda, o che ci sia totale vittoria di uno dei due partiti, i titoli azionari salgono in tutti e due i casi. A novembre, o ci sarà una totale vittoria democratica, o un Congresso avverso, forse, al presidente in carica. Che sia Biden o Trump. Ai mercati, però, non importa. Loro salgono chiunque vinca, e anche se c’è divisione.

Come le elezioni influenzano i mercati

I mercati hanno continuato a salire indipendentemente dal partito che abbia vinto le elezioni. Guardate al lungo termine. Sempre a quello. Le elezioni non hanno mai inciso in maniera notevole sui rendimenti degli investimenti. Soprattutto a lungo termine. Incertezza e controversie sono lo sfondo naturale di tutte le campagne elettorali. Così come i colpi bassi, giornalistici e personali. Ed i mercati hanno sempre dimostrato una straordinaria resilienza. Un’attenzione costante al lungo termine aiuta ad avere un futuro migliore. Indipendentemente dal risultato delle elezioni.

Da tenere presente anche il pessimismo portato da un eventuale risultato elettorale avverso alle proprie aspettative. Non importa come la si pensi. Si dovrebbe capire che ai mercati non frega niente di chi vince o perde. Interessa solo che l’economia sia in salute. E che, di conseguenza, le aziende continuino a postare utili. Ed a crescere nel loro valore in conto capitale. Purtroppo, la specie umana è emotiva. E sempre, in previsione di un risultato elettorale, si è tesi a parcheggiare molto denaro in liquidità. Questa estate non ha fatto eccezione. Sono aumentati i flussi verso i fondi monetari. Al contempo, sono diminuiti quelli per quelli azionari e obbligazionari.

L’analisi dei portafogli

Cosa conviene fare, dunque? Certamente non rimanere in disparte. L’analisi dei portafogli di chi rimane investito durante e dopo le elezioni conferma che il lungo termine sia la strategia giusta. Questo sia che si sia comprato prima delle medesime, anche parecchio tempo prima. O che si effettuino versamenti regolari. Magari mediante un PAC. 14 volte su 22 è risultata una strategia vincente. Mentre chi è passato ad avere più liquidità prima delle elezioni, e poi è tornato ad investire, ha avuto ragione solo 3 volte su 22. Una bella differenza.

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