Come investire quando usciremo dalla crisi?

mercati in crisi

Inizialmente tutti temevano una crisi economica come nel 1929. Invece il coronavirus si sta dimostrando talmente distruttivo da far pensare ad una politica di ricostruzione come nel 1945. Come investire quando usciremo dalla crisi?

Invece di una crisi solo economica, questa potrebbe essere qualcosa di più profondo, tanto da mettere in discussione addirittura le stesse istituzioni europee.

Le strategie di investimento

Attualmente, infatti, l‘Europa sta dimostrando per l’ennesima volta tutti suoi limiti, anche umani. Per questo motivo chi ha deciso di investire può, anzi deve, mantenersi liquido. I motivi sono tanti. Prima di tutto la volatilità è estremamente ampia e si ha a che fare con un mercato per professionisti. Qualora si volesse investire in azioni, si devono trovare le singole occasioni guardando soprattutto alla qualità. Mai come adesso, infatti, le strategie di investimento da mettere in atto riguardano lo stock picking più severo. Calma e sangue freddo, per chi ne è capace.

Come investire quando usciremo dalla crisi?

Nel prossimo futuro saranno le aziende sane a sopravvivere. Inoltre è adesso che bisogna pensare al proprio futuro in sicurezza. Se c’è una cosa che il coronavirus ci ha insegnato è che i soldi garantiscono la sicurezza solo se investiti con saggezza. Per capire come investire quando usciremo dalla crisi il primo pensiero deve andare al futuro: non solo nostro, ma dei nostri cari. Per questo motivo sarà utile osservare, qualora ci si volesse mantenere sul mercato azionario, titoli azionari solidi, che garantiscono rendimenti stabili. Magari con un occhio a quei settori che, come detto all’inizio, possono dare una mano alla ricostruzione. Anche perché, come confermato da Mario Draghi, siamo in guerra.

Quando usciremo dalla crisi?

Ma per chi invece preferisse investire sulla serenità, un fondo pensione, un’assicurazione sanitaria o investimenti alternativi basati sulla concretezza, sono un’ancora di salvezza in momenti di difficoltà. La situazione è di quelle che non lasciano dubbi: siamo in recessione. Una recessione che è arrivata velocissima e che ha travolto tutto il mondo. Accentuata anche da mercati in bolla. I dati macro, PMI e disoccupazione in testa, sono ai minimi da decenni. L’IHS Markit Eurozone Composite PM (flash) è passato da 51,6 a 31.4 di marzo mentre Washington deve fare i conti con 3 milioni di domande per i sussidi di disoccupazione. Ed oltre questo, anche gli indicatori della fiducia di consumatori e imprese tendono al negativo. Ma quando usciremo dalla crisi?

La buona notizia

La prima risposta, trattandosi di un’epidemia, è: quando di fronte ad un aumento dei tamponi si vedranno sempre meno positivi. Questo perchè la percentuale dei contagiati si sta abbassando. Parallelamente si dovrebbero osservare trend in calo anche sul numero dei deceduti. Ovviamente ciò presuppone la presenza di tamponi a tappeto, eventualità remota, allo stato dei fatti. La buona notizia è che tutte le autorità economiche e politiche si stanno muovendo per proteggere i posti di lavoro. La cattiva notizia è che, trattandosi di un virus, resta sempre un punto interrogativo. E quindi la ripresa sarà anche più lenta.

Le previsioni degli analisti

A differenza delle altre volte, questa crisi parte da un fattore che non è economico ma virale. Quindi difficilissimo da prevedere nel suo andamento. Il pericolo più grande? Per il momento è il passo falso dell’entusiasmo che potrebbe far riaprire tutto, in anticipo, gettando le basi per una seconda ondata di ritorno dell’epidemia. La maggior parte delle previsioni degli analisti propendeva inizialmente per una recessione che avrebbe dovuto caratterizzare la prima parte dell’anno, con una ripresa già in arrivo per la seconda metà. Ma le cose potrebbero non andare così. O perlomeno non risolversi così velocemente. Lo stesso Trump sperava di normalizzare la vita degli americani per Pasqua. Ieri ha prolungato le misure di contenimento per un altro mese, fino al 30 aprile.

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