Come inserirsi nel mondo del lavoro con una diagnosi DSA

diagnosi DSA

La diagnosi DSA è disciplinata dalla Legge 170/2010. Oltre a disciplinare l’ambito scolastico la legge si pone l’ambizioso obiettivo di assicurare uguali possibilità di sviluppo in ambito culturale e professionale.

L’attuazione degli obiettivi di quella legge spetterebbe alle Regioni, ma poche di esse hanno per ora predisposto gli strumenti attuativi. Come, allora, è possibile inserirsi nel mondo del lavoro con una diagnosi DSA?

L’unica tutela che oggi concretamente spetta ai soggetti DSA è la possibilità di utilizzare gli strumenti compensativi già previsti in ambito scolastico anche durante la partecipazione ai concorsi pubblici.

Per dare un’idea concreta di cosa siano gli strumenti compensativi abbiamo già parlato della possibilità per un DSA di sostenere l’esame per la patente ascoltando l’audio dei quiz su cui si basa l’esame.

Per verificare come le Regioni si siano adeguate alla normativa per consentire veramente l’uso degli strumenti compensativi in sede ci concorso suggeriamo di consultare il sito della Regione di interesse.

Come inserirsi nel mondo del lavoro con una diagnosi DSA

Dobbiamo però fare presente che gli esami di abilitazione professionale non sono menzionati nella Legge 170/2010. In questo caso, quindi, l’uso degli strumenti compensativi è lasciato alla discrezionalità della Commissione esaminatrice.

Per esempio, il Tribunale di Milano ha acconsentito all’uso di strumenti compensativi in sede di esame per l’abilitazione alla professione di avvocato. Ricordiamo, in sintonia con quanto affermato precedentemente, che si tratta di un esame che si svolge su base regionale.

Un altro suggerimento utile è il seguente. Se un soggetto con diagnosi DSA viene assunto in un’azienda privata conviene che comunichi al datore di lavoro la propria diagnosi.

Infatti le patologie che danno luogo a DSA spesso non danno luogo a sintomi. Questo lascia al soggetto stesso la possibilità di scegliere se, e a chi, rivelare il proprio disturbo.

Talvolta, nel mondo del lavoro, si preferisce tacere per timore di essere esclusi in fase di selezione. Tuttavia, tacere impedisce al datore di lavoro di approntare i sistemi compensativi che la legge riconosce come dovuti a favore di chi sia affetto da questi disturbi.

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