Come impugnare una cartella esattoriale ed annullare il debito

La nostra redazione vuole fornire ai propri lettori alcune informazioni su come impugnare una cartella esattoriale ed annullare il debito. I contribuenti italiani che hanno necessità di contestare una cartella esattoriale dovranno fare attenzione a determinati aspetti. Lo staff di ProiezionidiBorsa aveva trattato in precedenza l’annullamento di determinate cartelle esattoriali da parte della Cassazione. In questo articolo analizzeremo gli aspetti su cui muovere la contestazione di una cartella di pagamento. Di seguito riportiamo anche la normativa cui far riferimento per sapere come impugnare una cartella esattoriale ed annullare il debito. In particolare, ricordiamo la Legge sulla trasparenza amministrativa n. 241/90 e la Legge n. 212/00 indicante lo Statuto del contribuente.

Come impugnare una cartella esattoriale ed annullare il debito

Prima di tutto chiariamo in cosa consiste una cartella esattoriale. Si tratta di un atto di intimazione al pagamento inviato ai contribuenti dall’ Agenzia delle Entrate- Riscossione. Lo scopo è quello di recuperare quanto vantato dagli enti creditori, tra cui Agenzia delle Entrate, INPS e Comuni. Il contribuente che vuole sapere come impugnare una cartella esattoriale ed annullare il debito deve innanzitutto conoscere le tempistiche da rispettare. Qualora egli volesse impugnare il pagamento di tasse e tributi avrà 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella. Il ricorso andrà presentato alla Commissione Tributaria. Nel caso invece di multe, la tempistica è di 30 giorni ed il ricorso avverrà innanzi al Giudice di Pace. Quando la cartella di pagamento riguarderà i contributi previdenziali, il termine sarà di 40 giorni. Il Tribunale ordinario Sezione Lavoro gestirà il ricorso.

Elementi essenziali e nullità

Ci sono determinati elementi che devono essere presenti nelle cartelle di pagamento. Nel caso in cui questi risultassero mancanti, la cartella sarà nulla. In primo luogo, l’atto deve contenere la motivazione alla base dell’emissione del debito, e quindi la sua origine. Un altro elemento essenziale è il calcolo degli interessi. Questo deve poter essere individuato chiaramente dal contribuente. Allo stesso modo, deve essere chiara l’aliquota applicata per il calcolo. La cartella dovrà anche indicare il nominativo del funzionario responsabile del procedimento. Per impugnare una cartella esattoriale il contribuente potrà proporre un’istanza di annullamento in autotutela. Egli compilerà un modulo da inoltrare all’Agenzia delle Entrate e all’ente creditore contenete le motivazioni dell’illegittimità. Oppure potrà richiedere una sospensione dell’esecuzione nel caso in cui ritenga di aver già saldato il debito richiesto, allegando documentazione di prova. Il contribuente potrà scegliere un’impugnazione giudiziale nel caso in cui la cartella presenti vizi di legittimità.

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