Come guadagnare in Borsa investendo mille euro al mese?

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E’ arrivata in redazione la seguente domanda: come guadagnare in Borsa investendo mille euro al mese? Cerchiamo di dare una risposta molto semplice facendo “parlare” i dati storici.

La crisi economica  in corso e il crollo delle Borse non hanno affatto azzerato molti “capienti” patrimoni. Si pensi ai conti milionari ma anche alle migliaia di “benestanti” o di chi lavora ed ha la capacità di accantonare ottime cifre a fine mese. Molti si chiedono come guadagnare in Borsa investendo 1.000 al mese? È possibile conciliare rendimento a basso rischio? La risposta è affermativa.

Primo dilemma: titoli di Stato, BTP o azioni? Vediamo i BTP

Il primo dilemma riguarda se conviene più la via dei titoli di Stato o dei mercati finanziari. I bond governativi offrono sicurezza integrale del capitale, ma deludono in termini di ritorno. Ad esempio quasi tutte le emissioni di BTP decennali che sono avvenute tra il 2000 e il 2010 hanno reso tra il 3,2% ed il 5%. Il periodo d’oro è stato il biennio 2011-2012 quando il BTP rendeva (a seconda della specifica emissione) tra il 4,5% e il 7%.

Gli anni della politica monetaria espansiva

Quelli però erano gli anni “speciali” dello spread alle stelle che hanno anche determinato la discesa in campo della BCE sul mercato dei titoli di Stato. Essa mise in campo una formidabile politica monetaria ultraespansiva che generò il crollo dello spread. Da allora il BTP ha smesso di rendere. Infatti, dopo l’anno transitorio del 2013 (rendimenti al 4/4,5%) poi i BTP decennali si sono portati grosso modo nella fascia 1,5%-2,5%. Per gli anni a venire? Le cose sicuramente non cambieranno più di tanto, ossia saranno tassi e rendimenti  bassi. Attualmente (aprile 2020) un settennale rende tra l’1,3/1,4%; il 15 anni rende circa il 2,06% mentre un trentennale neanche il 2,49%.

La via dei mercati borsistici

Vediamo allora la via dell’approccio ai mercati azionari. Fatta salva la premessa che non bisogna mai investire tutto il risparmio in una sola asset class, vediamo come procedere. La prima regola madre da tenere presente è che un conto è l’andamento degli indici altra cosa è quella dei singoli titoli. Di norma i primi sono meno “ballerini” dei secondi. Investire sui singoli titoli è più rischioso in quanti le società quotate possono fallire ma di sicuro non un indice azionario!

Investimento ottimale

Per investire sugli indici azionari in modo ottimale occorre attuare una diversificazione anche di tipo geografico. Ad esempio si preferisce la diversificazione geografica in base a come è diversificato il Pil mondiale e quindi  un 50% mercati USA, 30% mercati UE e restante 20% mercati Asia.  Per i titoli azionari invece, si dovrà investire su società che siano: 1) tra loro scorrelate; 2) azioni tassativamente liquide e scambiate; 3) che presentino uno storico di grafico e/o una bella storia aziendale. Ossia: bilanci sani, prodotto/servizio vincente, prospettive incoraggianti e utili in crescita.

Come approcciare?

Le premesse su viste possono sembrare tante. Conciliabili? Sì. Ora, come implementare il tutto? Non c’è dubbio che per investire delle somme mensilmente  in questo caso il PAC, piano d’accumulo del capitale, è la migliore strada percorribile, già illustrato in questo precedente articolo. Ad esempio il signor Rossi può pensare per i prossimi 20/25 mesi di acquistare €1.000 del/dei suo/i strumento/i, secondo tecniche più o meno raffinate. Tipo (ed è la scelta migliore) a cadenza fissa temporale o a precisi segnali grafici su time frame giornalieri/settimanali.

E se dal momento in cui lo avvia in poi i mercati dovessero improvvisamente avere nuovi forti tracolli?

Tipo un altro 20% o 30% di discesa? Sarebbe una vera manna dal cielo! In quel caso la soluzione ideale è quella di raddoppiare gli acquisti mensili. In tal modo si abbassa il prezzo medio di carico, rendendo l’acquisto finale e complessivo come effettuato a un ottimo sconto.

Quanto deve durare un piano di accumulo? Anche una vita lavorativa intera se lo si vuole sfruttare poi come integrazione alla pensione. Il timing minimo è di almeno 10 anni preferibilmente 20 o addirittura 30 anni.

Il vantaggio dell’attuale fase dei mercati

Oggi i mercati finanziari sono scesi del 30/40% rispetto ai picchi di febbraio. La forza della statistica coniugata alla storia dei grafici ultradecennali portano a dire:

  • spesso i singoli decenni di Borsa presentano forti crolli che si presentano solo agli inizi degli stessi e una decisa correzione (o un 2° crollo vero e proprio) verso il 7°/8° anno.
  • storicamente le Borse impiegano circa un 4/5 anni per recuperare i livelli di massimo ante crisi.

Questo è in momento buono per effettuare degli acquisti in forma PAC ma anche per chi vuole investire somme rilevanti  diversificati sulle Borse mondiali in ottica di almeno 60 mesi.

Rendimenti sui mercati finanziari

Vediamo cosa è successo negli anni sui mercati azionari. Prendiamo allora un indice mondiale di assoluto riferimento, l’S&P500 e vediamo come si è comportato dal 1970 ad oggi. Il 1° gennaio 1970 quotava circa 88 punti, mentre il 1° gennaio 1980 circa 110 punti (+25%). Dieci anni dopo l’S&P500 era a 340 punti (+210%), mentre l’1-1-2000 scambiava a 1.400 punti, circa +310%. Sicuramente il miglior decennio in assoluto e – ancora più probabile – non si ripeterà mai più nella sua storia. L’1-1-2010 scambiava in area 1.100 punti (–21,5%), mentre 4 mesi fa era a quota 3.200 punti (+185%). Ad aprile 2020 viaggia invece in area 2.840 punti, quasi 12% in meno.

Morale

Sul lungo termine almeno 10 anni si ottengono rendimenti generalmente superiori di media superiori ai titoli di Stato.

Il percorso della Borsa italiana è stato molto più deludente rispetto all’indice USA. Per dare riferimenti numerici, il 2 gennaio 2009 il FTSE Mib valeva circa 18.700 punti mentre a inizio gennaio 2020 valeva 23.700, +27%. Quindi la storia di successo di un mercato non si estende agli altri in automatico. Per questo motivo la  regola aurea è la diversione geografica in base al Pil mondiale.

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