Come funziona e quanto costa il riscaldamento centralizzato in caso di distacco e di consumi involontari

riscaldamento

Spesso nei condomini viene istallato il sistema di riscaldamento centralizzato. Questo è composto da una caldaia più grande che viene collegata a le varie abitazioni del condominio. A differenza dell’impianto autonomo, che è privato e gestito indipendentemente, l’impianto centralizzato ha dei vantaggi economici. L’efficienza energetica di una caldaia molto grande è superiore a quella di più caldaie piccole. Dunque, in proporzione la caldaia grande consuma meno energia e permette di risparmiare.

Il problema dell’impianto centralizzato è, spesso, costituito dagli orari di accensione. Questa scelta è rimessa all’assemblea di condominio ma può non soddisfare le esigenze di tutti. Questo problema è solo in parte ridimensionato dall’obbligo, vigente dal 2017, di istallare le valvole termostatiche su ogni termosifone collegato all’impianto centralizzato. Queste valvole consentono di regolare il calore emesso da ogni termosifone. Ciascun condomino così pagherà le spese del gas in base al consumo effettivo che ha fatto, proprio grazie alla valvola.

I costi

La scelta di passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo è esclusiva del singolo condomino. Il condomino che è passato all’impianto autonomo potrebbe essere tenuto a continuare a pagare parte del riscaldamento centralizzato. L’articolo 1118 codice civile spiega proprio come funziona e quanto costa il riscaldamento centralizzato al condomino distaccato. Prevede, infatti, che ciascun condomino ha diritto sulle parti comuni proporzionalmente al valore della sua unità immobiliare. Dispone anche che il condomino non possa rinunciare al suo diritto sulle parti comune e non possa sottrarsi a contribuire alle spese per queste.

L’articolo, infine, prevede anche che il condomino non possa rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato se dal suo distacco derivano notevoli squilibri di funzionamento. Oppure derivino forti aggravi di spesa per gli altri condomini. Per questo il rinunciante è tenuto a pagare la sua parte di spese per la manutenzione straordinaria e per la messa a norma dell’impianto. E questo anche se appunto si è distaccato con impianto autonomo.

Come funziona e quanto costa il riscaldamento centralizzato in caso di distacco e di consumi involontari

Il Tribunale di Savona, con la sentenza 115 del 2022, ha applicato l’articolo appena visto. Il Tribunale ha dichiarato la nullità di una delibera condominiale perché escludeva del tutto un condomino distaccato dalla partecipazione ai costi dell’impianto centralizzato. In particolare il Tribunale si è occupato dei costi involontari dell’impianto. Questi costi rientrano tra quelli che, come la manutenzione straordinaria o la messa a norma, non dipendono direttamente dall’utilizzo dell’impianto.

I costi involontari dipendono dalle dispersioni di calore che, per la struttura stessa dell’impianto, si hanno in tutti gli appartamenti a cui è collegato. La giurisprudenza ritiene più corretto far ricadere questi costi appunti involontari su tutti i comproprietari compreso il condomino distaccato. Infatti, anche se questo ha rinunciato a riscaldarsi con la caldaia comune rimane proprietario dell’impianto centralizzato. Questo comporta che ne debba sostenere i costi straordinari di modo da evitare eccessivi aggravi di spesa a danno degli altri condomini.

Consigliati per te