Come fare per cambiare l’identità di genere?

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Il diritto al cambio di “identità di genere” consente all’interessato, se idoneo a particolari condizioni, di poter mutare la propria identità (uomo/donna). Una questione delicata ed importante, che causa spesso discussioni etiche e morali. Noi di Proiezioni di Borsa ci siamo chiesti quale sia il percorso da intraprendere e quali i diritti. Come fare per cambiare l’identità di genere?

Per rendere possibile ciò, si presenta la domanda innanzi al Tribunale della città di residenza che sarà opportunamente notificata al coniuge e ai figli dell’interessato in questione. In questa procedura, il Tribunale si avvale anche di una consulenza di tecnica, finalizzata ad analizzare le condizioni psico-fisiche di colui che richiede il cambio d’identità.

La presenza di un intervento di natura medico-chirurgica non è una condizione necessaria per la rettifica.

La sentenza emessa in merito all’eventuale rettificazione, attribuisce, quindi, al richiedente un genere differente da quello che si trova ufficializzato nell’atto di nascita. Se risulta essere indispensabile un intervento chirurgico, affinché il cambio di genere possa essere effettuato, il Tribunale lo autorizza ufficialmente con sentenza passata in giudicato. Attenzione: la presenza di un intervento di natura medico-chirurgica non è una condizione necessaria per la rettifica. Infatti, viene considerata sufficiente la sola modifica dei caratteri secondari, che permettono di distinguere i maschi dalle femmine a partire dell’età adolescenziale. Questa modifica viene normalmente effettuata con una dedicata terapia ormonale, senza interventi demolitori o distruttivi che vadano ad incidere sul cambio dei caratteri primari. La necessità o meno dell’intervento chirurgico viene valutata dal Tribunale sulla base di alcuni fattori.

Necessità di intervento chirurgico e cambio del nome

Come fare per cambiare l’identità di genere attraverso l’intervento chirurgico? Il tribunale come fa a valutare la necessarietà dell’intervento? In generale in tutti i casi nei quali il mancato trattamento possa rappresentare un problema all’interno del contesto sociale del richiedente. Prima della sentenza della Cassazione del febbraio 2020, non era consentito il cambio dell’identità in maniera completa, ovvero anche con il mutamento del proprio nome. Era possibile solo renderlo nel corrispettivo maschile/femminile a seconda delle casistiche. In questo modo, la Cassazione ha reso possibile che, ad esempio, Francesco possa essere libero di optare per il nominativo che meglio esprima la propria identità. La Cassazione ha rilevato fedelmente le teorie gender che il movimento LGBT, ormai da anni, cercava di difendere in piazza e sulle varie pagine Instagram.

Il matrimonio si dissolve, ma, spesso, l’amore no

La sentenza di rettificazione dell’attribuzione del genere, in caso di presenza di coniugi, ha come effetto anche lo scioglimento del vincolo matrimoniale e di tutte le sue implicazioni civili. Tuttavia i due possono richiedere la costituzione dell’unione civile e disciplinare tutte le problematiche che afferiscono alla scelta del cognome o del regime patrimoniale.

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