Come comportarsi quando la Pubblica Amministrazione non risponde alla segnalazione di un abuso in un condominio

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Tanti sono i condomini che hanno fatto richiesta negli ultimi tempi di accedere al cd. Superbonus 110. Questa prestazione, prevista dal cd. Decreto Rilancio, prevede una detrazione fiscale del 110%, sulle spese sostenute per lavori di ristrutturazione di edifici esistenti. Ma anche in caso di interventi per migliorare l’efficienza energetica.

Ebbene, in tanti condomini, proprio in occasione della richiesta avanzata per accedere al già menzionato bonus, i tecnici incaricati, hanno riscontrato abusi.

Sono emerse infatti irregolarità commesse da condomini furbetti e che ovviamente, fino ad oggi erano sconosciute al resto di inquilini e proprietari.

In diversi casi, dette irregolarità, hanno addirittura precluso l’accesso al Superbonus. Ciò ha creato non pochi dissapori, quando poi sappiamo bene quanto sia già difficile, nei condomini, mantenere buoni rapporti con tutti. Spesso si ricorre alle autorità amministrative per dissipare i dubbi. Ma come comportarsi quando la Pubblica Amministrazione non risponde alla segnalazione di un abuso in un condominio?

Vediamo i presupposti per accedere al Superbonus 110

Almeno nel disegno iniziale, l’accesso al Superbonus è stato subordinato alla regolarità urbanistico-edilizia dell’immobile.

Questa condizione è stata di molto affievolita grazie ad interventi successivi, da ultimo il decreto-legge n.77/2021 convertito in legge n. 108/2021. Tuttavia, per molti tecnici continua a ostacolare l’iter per l’accoglimento della domanda di accesso al Superbonus 110.

Ma a prescindere dall’accettabilità o meno della domanda per via dell’abuso, il condominio potrebbe comunque approfittare dell’occasione per mettere un punto fermo. In altre parole approfittare della scoperta dell’abuso per invitare l’autore dello stesso a sanare se possibile, o ripristinare lo stato dei luoghi.

Pensiamo ad esempio al condomino che abitando all’ultimo piano dello stabile abbia deciso di chiudere abusivamente parte del terrazzo. Realizzando così un aumento di volumetria non consentito dalla legge.

Come comportarsi quando la Pubblica Amministrazione non risponde alla segnalazione di un abuso in un condominio

Quando si scopre un abuso, il primo passaggio da fare è sicuramente quello di contattare, attraverso l’amministratore del condominio, l’autore dello stesso. Invitandolo così ad operarsi al fine di sanare o rimuovere quanto fatto in modo illegale.

Qualora l’invito non dovesse sortire alcun effetto, a quel punto non resta che rivolgersi ad un legale.

Quest’ultimo invierà una lettera al responsabile dell’ufficio tecnico del Comune ove è sito l’immobile cui si riferisce l’abuso. Con questa missiva ai sensi dell’art. 27 del T.U. Edilizia, chiede di verificare la legittimità di quanto realizzato all’interno del condominio.

E di pronunciarsi sulla eventuale sanabilità del presunto abuso.

Trascorsi 30 giorni dalla ricezione della missiva, in caso di mancata risposta, è possibile, nell’arco di un anno, ricorrere al Tar contro, appunto, il silenzio del Comune.

Sarà così il giudice amministrativo ad invitare il responsabile dell’ufficio tecnico a pronunciarsi sulla richiesta, o in caso di inerzia a nominare un commissario ad acta che si pronuncerà sulla richiesta fatta dal cittadino.

Ecco, quindi, come comportarsi quando la Pubblica Amministrazione non risponde alle richieste dei cittadini

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