Come andare in pensione a 62 anni con un assegno INPS di 1.600 euro

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Il team di Proiezionidiborsa spiegherà ai Lettori come andare in pensione a 62 anni con un assegno INPS di 1.600 euro. Ci sono contribuenti che desiderano concludere la propria carriera lavorativa quanto prima per le più svariate ragioni. Alcuni lavoratori hanno problemi di salute che rendono sempre più difficile sostenere le corse quotidiane e lo stress di raggiungere la sede lavorativa. Altri contribuenti invece si trovano ad affrontare la malattia o la perdita di autonomia di genitori anziani di cui quindi bisogna prendersi cura. Altri ancora più semplicemente mirano al prepensionamento perché desiderano dedicarsi ad attività e hobby oppure offrire aiuto e sostegno a figli e nipoti.

Il desiderio di andare in pensione prima spesso incontra l’ostacolo di una retribuzione previdenziale più bassa. Lasciare con qualche anno di anticipo l’impiego significa assicurarsi da subito la rendita pensionistica. Tuttavia l’anticipo pensionistico ha i suoi costi e presuppone la rinuncia ad una percentuale di retribuzione. Ne consegue che anche il contribuente che intende abbandonare il lavoro deve valutare l’ammontare dell’importo mensile spettante. E decidere così se quanto riceverà sarà sufficiente a conservare un tenore di vita simile a quello che aveva quando percepiva lo stipendio. Analizziamo dunque insieme agli Esperti di Redazione come andare in pensione a 62 anni con un assegno INPS di 1.600 euro. Nell’articolo “I tagli e le penalizzazioni delle pensioni INPS a 62 anni” troverete indicazioni sulle percentuali di perdita.

Come andare in pensione a 62 anni con un assegno INPS di 1.600 euro

Prendiamo in esame la condizione delle lavoratrici che dopo una vita di impegni sia familiari che professionali progettano di accedere alla pensione prima. Pur perdendo una parte del trattamento previdenziale, preferiscono anticipare l’abbandono definitivo dell’attività lavorativa. Per le lavoratrici italiane esiste la misura previdenziale “Opzione donna” che implica il possesso di due requisiti. Il criterio anagrafico richiede un’età di 58 anni per le dipendenti pubbliche e 59 anni per le lavoratrici autonome. Il requisito contributivo presuppone invece il versamento di almeno 35 anni di contribuzione. Da ciò deriva che una donna che smette di lavorare a 62 anni con una storia contributiva di 35 anni percepisce 21mila euro lordi su base annua.

Adottando il sistema contributivo riceve un assegno mensile di 1.615 euro con un’evidente perdita rispetto al calcolo retributivo. Conviene difatti considerare che il criterio contributivo assicurerebbe una retribuzione pensionistica annua di 30mila euro. Pertanto in un anno la lavoratrice subirebbe una perdita pari a 9mila euro se il calcolo del rateo previdenziale avviene con il sistema contributivo.

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