Cinque parole inventate da William Shakespeare

William Shakespeare

William Shakespeare è uno dei fautori della lingua inglese moderna. Ha plasmato, con la sua sapiente arte di scrittore, un intero vocabolario nazionale, adattando parole e inventandone di nuove per l’uso quotidiano.

Non tutti infatti sanno che molte parole di uso comune derivano proprio dalle opere del Bardo di Stratford-upon-Avon. Qui di seguito vediamo cinque parole inventate dal bardo della lingua inglese più famoso del mondo, William Shakespeare.

Solitario

La parola “lonely” nel vocabolario inglese non esisteva prima della sua comparsa in un’opera del Bardo inglese. La parola viene presentata per la prima volta nella tragedia “Coriolano” del 1616.

Disagio

Questa parola venne pronunciata per la prima volta nella tragedia che tutti conosciamo, ovvero “Romeo e Giulietta”. La parola originale in inglese “uncomfortable” è una delle tante parole inventate dal bardo con il prefisso “un” all’inizio.

Dipendenza

La parola “addiction” trova la sua nascita in un’opera di William Shakespeare, l’Enrico V e più precisamente nell’atto iniziale della tragedia storica incentrata sul monarca inglese. La parola fa riferimento a tutte le dipendenze che attanagliano il reggente e lo portano a sbagliare col suo popolo.

Drogare

La parola “drugged” appare per la prima volta nel Macbeth, nel secondo atto, alla scena due. Macbeth e sua moglie, Lady Macbeth, stanno infatti somministrando un potente sonnifero alle guardie di Re Duncan per ucciderlo nel sonno e prendere il suo posto come reggenti di Scozia.

Pedant

La parola “pedante”, così come ripresa dal latino da William Shakespeare, appare per la prima volta ne “La bisbetica domata”. Ritroviamo questa parola nell’Atto Terzo, scena Prima, dove Ortensio, Lucenzio e Bianca stanno parlando ovviamente di Caterina, la bisbetica del titolo.

Come vediamo, la lingua si evolve molto spesso grazie alla letteratura che la rappresenta e queste cinque parole inventate da William Shakespeare sono ancora qua oggi, utilizzate al meglio, per permetterci di esprimere concetti altrimenti sconosciuti.

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