Cinque cibi che promettono ricchezza e felicità da non far mancare sulla tavola a Capodanno

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Per iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi un po’ di fortuna è assolutamente necessaria. Ed esistono molti modi che propiziano al benessere e all’abbondanza.

Infatti, esistono pratiche che richiamano la buona sorte di cui alcune sono molto antiche. Sicuramente si sarà sentito parlare dell’usanza di vestire intimo rosso a cavallo tra il 31 e l’. Eppure, di gran lunga più variegata è la tradizione delle pietanze che, se mangiate a Capodanno, porterebbero fortuna, ricchezza e buon auspicio.

Ecco quindi cinque cibi che promettono ricchezza e felicità da non far mancare sulla tavola a Capodanno.

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Primi piatti o contorni

In prima posizione non potevano mancare le lenticchie. Questi legumi minuti sono da sempre considerati dei portafortuna per varie ragioni: per esempio la loro forma tondeggiante ricorda quella delle monetine. Ecco perché chi mangia più lenticchie si troverà ricco. La tradizione romana vuole che le lenticchie siano accompagnate dal cotechino, eventualmente dallo zampone di un maiale. Negli USA invece, i fagioli neri prendono il posto delle lenticchie. Anche i fagioli diventano simbolo di ricchezza e di abbondanza.

Il maiale è un animale molto particolare. Il detto dice “del maiale non si butta nulla”. Proprio per questo il salvadanaio spesso prende la forma di un porcellino. Allo stesso modo, questo simbolo di ricchezza, sazietà, non può mancare in tavola per l’ultimo giorno dell’anno. Non importa in che modo lo si cucini, il maiale è imprescindibile.

Le verdure verdi, proprio per il loro nome, richiamano ai “verdoni” o dollari. Da qui la tradizione di mangiare verdure verdi a Capodanno, specialmente verza e cavoli.

La frutta

Tra i cinque cibi che promettono ricchezza e felicità da non far mancare sulla tavola a Capodanno c’è anche la frutta.

Due sono i portafortuna più indicati per il giorno di Capodanno. Melagrana e uva. Entrambi rappresentano con i loro chicchi l’abbondanza e la prosperità. In Spagna, ad esempio, si mangiano 12 chicchi di uva per ogni rintocco dopo la mezzanotte. Anche in Italia la tradizione contadina vuole che si mangino tanti acini d’uva quanti sono i mesi dell’anno.

La melagrana nell’antica mitologia greca era considerata un frutto sacro. La melagrana era infatti il frutto di Venere, quindi di buon auspicio per la fertilità e la ricchezza. Le donne greche usavano mangiarne prima di sposarsi così da assicurare l’arrivo di un bambino. Ancora oggi in Grecia si usa far rotolare dinnanzi a casa una melagrana e contare i chicchi che da essa si staccano.

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