Cina tra dubbi e rassicurazioni diplomatiche

Cina

I dubbi restano ma dalla Cina predicano tranquillità. L’anno appena trascorso è stato difficile per le tensioni commerciali e la domanda debole mettendo alle corde l’economia più grande in via di sviluppo.

XiJinping, segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha voluto tranquillizzare tutti: sono allo studio importanti progetti economici per il 2020.

Gli affari economici e finanziari della Cina sono monitorati di continuo, la tendenza di base di crescita costante a lungo termine per l’economia cinese rimane invariata con gli indicatori economici riferiti alle attività delle fabbriche e dei servizi in crescita.

XiJinping è soddisfatto: nel 2019 l’economia ha creato 11 milioni di nuovi posti di lavoro e la povertà diminuirà.

La ricetta di XiJinping

Bisogna spingere le aziende ad innovare in modo da essere competitivi con i prodotti da offrire al mercato. Inoltre fondamentale sarà aprirsi ai nuovi mercati promuovendo la crescita di alta qualità del Paese e creare benefici per il mondo intero.

Sguardo sui mercati azionari

Il potenziale c’è ed inutile negarlo. La crescita nel lungo periodo è alla portata e non è un mistero che l’attrazione per gli operatori internazionali è sempre vivo grazie all’ottimizzazione dei meccanismi di mercato e ai vantaggi della diversificazione degli investimenti.

I pareri autorevoli

Barry Gill di UBS Asset Management avvalora questa tesi rialzista rimarcando che i mercati azionari hanno un futuro poiché si sta aprendo e migliorando la visione globale.

Agendo su sanità, istruzione, tecnologia e beni di consumo il tasso di crescita più schizzare velocemente.

Kevin Russell, direttore generale e responsabile degli investimenti di UBS O’Connor LLC mette in luce che gli investitori sono attratti perché il mercato cinese rappresenta uno dei segmenti su cui il fondo speculativo investe e i più attivi gestori di patrimonio hanno già previsto di destinare diverse risorse ai titoli quotati sul mercato cinese.

In Cina gran parte della produzione emessa non viene esportata perché c’è un alto assorbimento della domanda interna del Paese. Non è che aprirsi completamente sia la strada per ottenere maggiori benefici ristabilendo una certa tranquillità al popolo cinese.

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