Cina, i prossimi due giorni saranno di fuoco

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Due giorni di fuoco per la Cina. Con gli sviluppi del coronavirus e le relative implicazioni ci saranno i primi dati sull’economia cinese e globale dopo l’epidemia. Tutti hanno le orecchie drizzate per ascoltare da radio economial’andamento di questa primo mese del 2020. Giovedì 13 e venerdì 14 febbraio saranno resi noti due indicatori: per il primo giorno il dato dell’inflazione di gennaio, mentre venerdì il test sui consumi con il dato sulle vendite al dettaglio.

Le previsioni per giovedì 13 febbraio

Secondo gli analisti l’indice core, quello depurato delle componenti energia e beni di prima necessità,  non si dovrebbe spostare di molto. Per quanto riguarda l’indice headline che comprende tutte le voci del carovita dovrebbe avere un effetto rialzista. Sarà a quanto pare solo una breve parentesi perché nei mesi prossimi tenderà a diminuire per via del calo del prezzo del petrolio.

Le previsioni per venerdì 14 febbraio

Gli analisti non prevedono grandi smottamenti. Le vendite al dettaglio del primo mese dell’anno dovranno mostrare dati robusti perché reggono su elevati livelli di fiducia dei consumatori e dati occupazionali confortanti.

Cina: cosa è successo la settimana scorsa

La banca centrale cinese ha immesso 300 miliardi di dollari riportando un sorriso a mezzi denti tra gli investitori e facendo respirare i mercati azionari. In più si è verificato un episodio favorevole: i buoni dati economici statunitensi. Quest’ultimo aspetto ha dato benefici alle Borse  e c’è stato un balzo di circa tre punti percentuali.

Chi dobbiamo ringraziare

Gli indici S&P 500 e Nasdaq in rialzo e il buon momento del segmento tecnologia. Anche il Ftse Mib di Piazza Affari e i Btp si sono fatti largo in modo positivo registrando le migliori performance dall’inizio dell’anno.

In Usa si lavora e si guadagna di più

Tanti piccoli aspetti che hanno generato fiducia. In Usa, per esempio, il miglioramento in atto nell’economia americana è per il mercato del lavoro. Nuovi posti di lavoro e incremento medio delle retribuzioni su base annua di oltre il 3%. Tutto ciò logicamente non tiene conto dell’effetto coronavirus in America. A febbraio vedremo se l’effetto dell’epidemia lascerà il segno.

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