Stare attenti alle quantità, al peso, al menù ma anche al tipo di cottura e all’apporto calorico non è sempre facile. Anzi, il più delle volte se l’intenzione è quella di perdere peso, maggiore è la pressione che ci viene imposta e minore sarà il risultato ottenuto. Quante volte abbiamo deciso di metterci a dieta e dopo quanto tempo il piano è fallito miseramente?
Il problema non è nella forza di volontà che magari dovrebbe essere migliorata. L’insuccesso della famosa tabella alimentare fatta di regole e porzioni è dovuto da un errato approccio nei confronti dell’obiettivo finale. Lo dicono gli esperti dell’intuitive eating, ovvero un vero e proprio percorso mentale alla riconciliazione con il cibo.
Chi ha detto che per dimagrire serve la dieta? In cosa consiste l’intuitive eating
Creata nel 1995 l’alimentazione intuitiva ha spopolato negli Stati Uniti per la sua visione trasversale di perdita di peso. Per gli esperti e i sostenitori di questo approccio nuovo verso la dieta, mangiare non deve essere visto come un numero sulla bilancia o la grandezza di una porzione. Con l’intuitive eating l’atto del mangiare si trasforma in una funzione energetica, nutrizionale ed infine in un bisogno emotivo da soddisfare.
Da tenere sotto controllo tre stadi fondamentali: la fame, l’appagamento e la sazietà. La consapevolezza di questi tre differenti stadi ci porta alla scelta consapevole di cibi senza essere in conflitto con la bilancia. Insomma l’intuitive eating spinge l’individuo a fare pace con sé stesso e a capire il suo stomaco. Tuttavia, bisogna sottolineare che questa visione elastica della dieta non significa dare il via libera a qualsiasi alimento commestibile. Di fondamentale importanza è imparare a conoscersi ed ascoltarsi per capire le reali esigenze dell’organismo. Così facendo, sostengono gli esperti, dimagrirete senza nessuna fatica. Provare per credere!
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