Chi controlla i nostri soldi e decide la nostra vita economica?

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Il sistema bancario e il mondo dei soldi è molto più complesso di quello che noi comuni risparmiatori possiamo pensare o minimamente immaginare. Molti comuni risparmiatori non hanno idea di chi controlla i nostri soldi e decide la nostra vita economica: scopriamo allora di più di questo immenso universo. I soldi? Non ci sono solo quelli che vediamo depositati alle filiali o alla Posta sotto casa. Esiste infatti un altro sistema bancario, parallelo, detto “ombra”, in gergo finanziario tecnico detto “shadow banking”. La loro esistenza è venuta massicciamente alla ribalta dopo il fallimento della Lehman Brothers. Insomma, non proprio un bel ricordo per milioni e milioni di risparmiatori. L’argomento merita tanta attenzione, vediamo di capirne di più.

Cos’è lo “shadow banking”

Al netto dei tecnicismi, per esso s’intende quel complesso di mercati, istituzioni e intermediari vari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione. Tradotto: un sistema bancario parallelo a quello che noi conosciamo, fondato su pratiche basate sull’utilizzo di derivati finanziari. E che soprattutto si collocano al di fuori dalla regolamentazione e dell’attenzione pubblica. In esso troviamo: imprese di assicurazione e di riassicurazione, società di private equity, hedge fund, fondi comuni monetari. Ma anche succursali e società controllate dagli Spv, special purpose vehicle, e dai Siv, structured investment vehicle. Parole che ai più non dicono tanto, ma sbagliano: questi signori comandano fiumi e fiumi di denaro. Per di più il nostro.

Dove nascono le ragioni per cui essere preoccupati

Per capire chi controlla i nostri soldi e decide la nostra vita economica dobbiamo svelare ancora qualche altro dato. Come ad esempio dire che un rinomato studio del 2018 ha contabilizzato 51.000 miliardi di dollari di attività gestiti da queste realtà. Quanti soldi sono? Tanti. Pari a più di un terzo di quelli che gestiscono le banche classiche che noi conosciamo. Il mercato di questi signori dello “shadow banking” è fiorente: pochi controlli e molti guadagni. Tombola. Ecco perché cresce silenzioso e si fa strada tra il sistema bancario tradizionale. E veniamo finalmente al dunque. Quanti sanno che un semplice fondo a reddito fisso (il c.d. fixed income)  comunemente sottoscritto da un comune risparmiatore è parte del sistema bancario ombra? Probabilmente nessuno o quasi. Ma il vero motivo per cui essere  preoccupati è: questi signori possono collassare?

Gli effetti negativi

Il sistema bancario parallelo consente ai suoi clienti di ritirare i propri soldi. Tutto ovvio, se non fosse che se le richieste di riscatto delle quote assume dimensioni enormi, tali fondi possono collassare. Un conto è vendere un milione di dollari di attività: sul mercato si trovano compratori a iosa. Ma se il fondo dovesse vendere ad esempio 5/10 miliardi di asset, a che prezzo lo farebbe? Perché quello poi sarebbe il prezzo che loro applicherebbe a noi.

Eccolo: il cerchio è chiuso, e ci riguarda da vicino più di quanto ci si aspettasse. E l’aggravante è che chi controlla i nostri soldi e decide la nostra vita economica in caso di difficoltà non può minimamente avere accesso ai soldi delle banche centrali. Una mina silente, dunque, che è bene monitorare e soprattutto evitare che scoppi. Perché una eventuale sua deflagrazione avrebbe effetti 10 volte più devastanti di una “normale” crisi. Con inimmaginabili conseguenze sull’economia reale.

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