Cercasi liquidità: istruzioni per l’uso per ottenere soldi e finanziamenti

gli italiani

In un momento drammatico come questo, le famiglie ed i risparmiatori si chiedono come recuperare liquidità, vista la chiusura delle attività lavorative. E’ quindi inevitabile che l’occhio vada verso i propri risparmi. Bisogna recuperare liquidità, appunto, viste le numerose restrizioni delle attività lavorative, che oggi non portano più alcun reddito. E, come in tutte le situazioni, anche qui c’è una dicotomia. Da una parte c’è chi può ancora contare su uno stipendio; grazie alla quarantena riesce a risparmiare di più, ed ha liquidità in cerca di impiego. Dall’altro c’è chi ha visto bloccarsi del tutto le proprie entrate ed è invece in cerca di cash, dovendo comunque pagare le bollette, fornitori e affitti. Si tratta del piccolo esercito delle partite Iva che, come ha dimostrato anche l’assalto all’impreparatissimo sito Inps dei giorni scorsi per fare richiesta dei 600 euro, ha necessità di aiuto.

Sono questi ultimi ad essere sotto stress in particolar modo. Ed in Italia ci sono 5 milioni di partite IVA, di cui moltissime non sono iscritte a nessuna cassa di previdenza obbligatoria. E questa gente (commercianti, artigiani, lavoratori stagionali od a contratto) non sta lavorando più. In attesa degli aiuti statali (ma se tutto deve funzionare come il sito INPS…aiuto!), c’è chi già fa i conti con la crisi di liquidità. E inizia a ragionare su come affrontare le spese ricorrenti che continuano a esserci. Ecco quindi che si pensa ad avocare i risparmi magari faticosamente messi da parte, o addirittura investiti. Quindi, a smobilitare quella liquidità che, purtroppo, molte volte liquida non è affatto, nonostante quello che magari è stato raccontato in sede di sottoscrizione.

Cercasi liquidità: istruzioni per l’uso per ottenere soldi e finanziamenti

Ma da che parte cominciare a fare cassa? La risposta non è facile. Spesso per la fretta di chiudere posizioni si possono commettere errori. Riscattare una polizza, uscire da un fondo nel momento sbagliato, può comportare perdite aggiuntive. Volete delle cifre? Eccole.

Volete cedere un immobile? Magari come nuda proprietà, o come vendita? La tempistica media per farlo sono 145 giorni, e la provvigione da pagare ad un’agenzia arriva fino al 5% (minimo è il 2%, in ogni caso). Meglio va come tempistica se si cedono preziosi in pegno (la disperazione fa fare anche questo), e meglio ancora se accompagnati da oro. Il pagamento è immediato. Peccato che il TAEG massimo sia il 14.43%, e molti ci vadano vicino… Per liquidare ETF, azioni e bond ci vogliono 2 giorni se si vogliono sul conto corrente, come nel caso di cui stiamo discutendo. Le commissioni sono quelle del vostro broker, ovviamente. Per quanto concerne i conti deposito ci sono le notizie migliori sulla tempistica e sui costi, invece. La liquidazione è immediata e non ci sono costi per riavere indietro i propri soldi. Se si rispettano le scadenze in cui devono essere riscattati, però. Se si fa prima… le penali sono dietro l’angolo. Informatevi BENE, prima.

Avete bisogno di un mutuo o di un finanziamento per la vostra liquidità, in alternativa?

Vi ci vorranno da 2 a 9 giorni, se tutti i documenti sono in regola. E l’interesse che vi chiederanno? Il costo massimo sarà del 10-11% su un finanziamento di 10.000 € da restituire in 5 anni, elaborato sulla piattaforma Facile.it..

Cercasi liquidità: istruzioni per l’uso per ottenere soldi e finanziamenti. Quali sono le cose peggiori?

Le cose peggiori, però, si vedono quando si vogliono riscattare fondi di investimento e, soprattutto, polizze. La criticità della liquidazione delle polizze come strumento di pronta cassa sta nel fatto che la disponibilità delle somme non è immediata. Il tempo massimo è di 30 giorni dalla richiesta completa di documenti, ma in alcuni casi i tempi si allungano. È anche vero, però, che alcune compagnie, da contratto, si sono impegnate a liquidare in 15 giorni…. Fate vobis. E per i fondi? Commissioni di ingresso, gestione, di performance e di uscita uccidono spesso la percentuale. Quelle di gestione, per fare un esempio, sono dell’18% annuo per fondi azionari ed obbligazionari, ed arrivano fino al 2,4% per quelli “di allocazione”, cioè gli alternativi. A questo aggiungete l’inflazione, sempre annua. Ah, e non scordatevi le commissioni di uscita, dicevamo. Quanto possono essere? Se ve ne andate prima perché avete bisogno dei soldi, anche il 5% per fondi azionari ed obbligazioni, 6% per gli altri.

Insomma, se avete bisogno di liquidità immediata, una crisi non è proprio il momento migliore (paradossalmente) per intaccare i propri risparmi.

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