C’è una via di uscita da questa crisi?

Banche centrali

 C’è una via di uscita da questa crisi? Molto è stato scritto e detto sulla causa di questa crisi finanziaria. Di base, è una crisi di salute pubblica, che ha portato a una crisi economica e finanziaria. Ma si è discusso poco sul perché il sistema economico/finanziario appaia così fragile e incapace di resistere a questi eventi senza la necessità di un intervento estremo da parte di governi e banche centrali. Sembra particolarmente strano, visto che viviamo in un’epoca in cui non mancano le opportunità di avere capitale. E in cui il risparmio per la pensione è obbligatorio nella maggior parte delle economie moderne. Cosa sta succedendo?

Ci sono tre forze significative al lavoro, ognuna delle quali contribuisce a creare instabilità. In primo luogo, stiamo assistendo all’inversione del baby boom del secondo dopoguerra. Invece in secondo luogo, c’è stata una trasformazione del sistema pensionistico da un sistema retributivo ad uno contributivo, che appare poco adatto alla tolleranza al rischio della maggior parte delle persone. In terzo luogo, la leva finanziaria sta sia amplificando il problema, sia aumentando il rischio che non si possa mai sfuggire all’attuale trappola del debito in cui ci troviamo.

In ogni caso, questi eventi che si sono verificati durante un lungo periodo di tempo. Non sono certo esplosi ieri. Anche se può sembrare ovvio con il senno di poi, l’importanza di questi eventi può essere stata trascurata. In particolare, non sembrano essere ben spiegati dalla moderna teoria economica. Forse la semplice dinamica di domanda e offerta può, però, descrivere ciò che sta accadendo. C’è una via d’uscita da questa crisi, quindi?

C’è una via d’uscita da questa crisi?

La risposta è “forse”. La domanda più importante è: questa soluzione sarà gradita a un pubblico ampio? Il problema della situazione attuale è che ogni volta che il governo e la banca centrale interferiscono, e i mercati si riprendono, vediamo che le aziende iniziano ad aumentare la leva finanziaria. E quando i governi cercano di allentare i loro programmi di indebitamento, i rendimenti iniziano a salire fino a un punto in cui inizia ad apparire instabilità nei mercati del debito. Perché? Perché l’onere degli interessi o il rifinanziamento del debito diventa proibitivo. In questo modo, il livello del debito nei mercati non diminuisce.

La soluzione più ovvia è quella di ridurre il debito in essere. Tuttavia, sembra esserci poca o nessuna propensione da parte dei governi ad aumentare le entrate aggiuntive per rimborsare/ridurre il debito in essere. Dati i cambiamenti demografici che probabilmente influiranno sulla crescita economica, e la necessità di continuare ad espandere la quantità di attività disponibili per soddisfare le pensioni, sembra che nessuno possa fare molto poco per invertire la situazione attuale. Almeno, senza un significativo dolore economico e un conseguente declino del tenore di vita.

Cosa fare?

Forse è necessario ripensare il nostro modo di finanziare il sistema pensionistico. Questo data l’incapacità dei mercati di offrire investimenti interessanti senza ricorrere a una leva finanziaria improduttiva, o bloccare gli investitori in attività illiquide senza un adeguato meccanismo di trasferimento. Vale anche la pena di considerare se è appropriato mettere un limite alla leva finanziaria. Spesso la risposta è ovvia dopo il fatto, piuttosto che prima di una crisi. Considerando i massimali di leva finanziaria posti alle banche dopo la GCF per proteggere il sistema, bisogna dire un’altra cosa. Si può sostenere che se altre aziende e investitori richiedono salvataggi simili a quelli del sistema bancario, allora anche loro dovrebbero essere limitati in qualche modo per evitare che ciò accada in futuro?

Come nel caso di un aumento delle tasse o di una riduzione della spesa pubblica, dubitiamo che l’una o l’altra soluzione sarebbe popolare, anche se sembra necessaria.

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