C’è una strada da seguire per uscire dalla crisi? di Gianluca Braguzzi

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Siamo alla soglia degli 8 anni dalla cosiddetta crisi sub-prime e nulla pare cambiato, almeno nei paesi deboli come l’Italia, la Spagna per non parlare della Grecia ove lo stato di pre-guerra civile, nonostante il silenzio dei TG , è sempre più avanzato.
Situazione ben diversa da quanto accaduto ad esempio negli Stati Uniti (ove pure la crisi nacque) o in Gran Bretagna.
Entrambi questi grandi paesi hanno mantenuto la propria sovranità monetaria e, guarda caso, sono riusciti tramite manovre ad hoc a mantenere sotto controllo la disoccupazione e in sostanza a domare la crisi.

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Più o meno come accaduto in Germania, ove si avvalgono di un euro che, in sostanza, svolge la funzione di zavorra del marco, tanto più che è evidente come le politiche UE siano in realtà stabilite e determinate in base ai diktat tedeschi.
Quindi che fare in Italia?
Torno alla mia solita conclusione ferma dal 2008. Cui oggi aggiungo vari punti:

1 Recupero della sovranità monetaria col ritorno alla lira.

2 Soluzioni mixate alla crisi bancaria tra modello USA (acquisizione di asset tossici da parte dello stato) e britannico: acquisizione del controllo (nazionalizzazione) delle banche con relativo disancoraggio dalle pratiche speculative alla base della crisi.

3 Erogazione diretta del credito (fino almeno al completo recupero di efficienza e specializzaione delle banche) a famiglie ed aziende.

4 Trasformazione dei crediti deteriorati del sistema bancario acquisiti dallo stato tramite rilevazione (compresi quelli derivanti da asset tossici) in crediti verso lo stato di tipo trans-generazionale con rate minime e tassi parificati a quelli dei BOT con un leggero sovrapprezzo per quelli aziendali. Con tutte le regole accessorie del caso.

5 Patto lavoratori imprese su massimo impegno sul lavoro da parte dei primi a fronte di retribuzioni minime garantite nonchè obbligo del rispetto di parametri di incentivazione e meritocrazia oggettivi da parte dei secondi.

6 Cancellazione dell’IRAP e introduzione di meccanismi premianti per le azienda che creino e mantengano i posti di lavoro.Quindi non solo per le nuove assunzioni e comunque ampiamente differenziate tra incarichi a tempo indeterminato e tempo determinato, apprendistato e precariato totale con voucher eccetera.

7 Cancellazione del sistema pensionistico abbreviato per i politici i cui anni in politica dovranno semplicemente sommarsi agli altri contributi. Destinazione di quanto risparmiato alle pensioni minime.

8 Tassazione di favore per 5 anni e poi a scalare per tutte le nuove attività con particolare riguardo ai settori del turismo, innovazione tecnologica, agricoltura e alimentare.

9 Stop all’apertura di nuovi centri commerciali e outlet e regolamentazione con fasce predefinite di affitti e spese di mantenimento.

10 Mantenimento e miglioramento dei servizi pubblici ,sanità,istruzione, acqua e recupero almeno parziale di quelli svenduti: telefonia, luce,gas e autostrade.

Per ora ci fermiamo qua… per inziare ce ne è abbastanza …

PS Dimenticavo visto che è chiaramente anti-costituzionale: cancellazione graduale ma progressiva dei meccanismi di tassazione anticipata per liberi professionisti, partite IVA e aziende.

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