C’è da preoccuparsi per il debito pubblico italiano ancora in salita?

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2.578,9 miliardi ad agosto, in aumento di ben 18,3 miliardi. Questa è la stratosferica cifra a cui è arrivato il debito pubblico italiano. Per fortuna a fare da contraltare a questa notizia, peraltro attesa, è stato il quarto mese consecutivo di recupero degli ordinativi industriali. Un buon segnale, che indica che la ripresa, partita a maggio appena è finito il lockdown, continua ad esserci. Certo, è debole, ed è meno di quel che ci si attendesse, ma è comunque in corso. Questo, però, non deve distogliere l’attenzione dall’enorme cifra del debito pubblico italiano, precedentemente esposta.

Ma quali sono i fattori che hanno contribuito a far arrivare il debito pubblico così in alto?

Ovviamente il fabbisogno del mese, di 1,6 miliardi, ma anche le disponibilità liquide del Tesoro, salite a 100,7 miliardi. Ancora, scarti e premi all’emissione ed al rimborso, l’ovvia rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, che se emessi vanno onorati, e l’euro più forte contro il dollaro. Cosa quest’ultima che ha penalizzato le emissioni in valuta forte. Se andiamo a vedere le singole voci, sono aumentate le amministrazioni centrali, e di parecchio, quasi 20 miliardi, mentre sono diminuite quelle locali. Il fabbisogno degli Enti di previdenza è stato pressoché immutato.

C’è da preoccuparsi per il debito pubblico italiano ancora in salita?

Salgono anche le entrate dello Stato per agosto, in aumento di quasi l’8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ma, ahinoi, nell’anno in corso, per i primi 8 mesi, sono in diminuzione, per adesso del 6,8%, riferisce Bankitalia.

Ma torniamo al debito pubblico ed alla sua sostenibilità. C’è da preoccuparsi per il debito pubblico italiano ancora in salita? Sì e no. Sì, perché non dovrebbe continuare a salire. Ma gli aiuti messi in campo durante il lockdown ed anche dopo, pari almeno a 100 miliardi, sono tutti a deficit. Quindi a debito, e questa cosa non poteva non avere una ricaduta sul medesimo. Ed anche sul rapporto debito/PIL, che è schizzato ad un impressionante 161,2%, record storico assoluto. No, perché possiamo contare ancora sulla protezione della BCE, cha abbiamo evidenziato in questo articolo. Protezione che, come fatto notare, addirittura rende il nostro debito persino attraente in quanto è l’unico tra i paesi sviluppati con ancora scadenze positive, e quindi remunerative.

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