Cannabis, quanto rendono gli ETF che ne pedinano il trend?

Cannabis

La crisi da coronavirus ha mandato in tilt molte asset class. Nel panico da pandemia molti operatori finanziari, come sempre, preferiscono alleggerire le posizioni e passare alla liquidità. In Borsa sono andati in fumo miliardi di soldi, in qualunque valuta fossero denominati. Ma a proposito di “fumo”, e sfruttando un gioco di parole, le cose non sono andate meglio agli ETF che seguono da vicino le sorti delle aziende operanti nel settore. Vediamo allora in tema di cannabis quanto rendono gli ETF che ne pedinano il trend.

Trend di settore peggio della media di Borsa

La risposta al quesito è purtroppo negativa, nel senso che gli investimenti tramite ETF incentrati sulle azioni della marijuana hanno fatto addirittura peggio della media dei mercati. Il loro trend era negativo anche durante le fasi rosee dei mercati, e si è accentuato – al ribasso – negli ultimi 2-3 mesi.

Le ragioni delle pessime performance

Quindi al quesito: cannabis, quanto rendono gli ETF che ne pedinano il trend, la risposta è deludente. Secondo gli analisti finanziari che ne seguono il mercato, le ragioni vanno individuate tra una miriade di variabili. Tra queste citiamo: le restrizioni normative, la debolezza dei fatturati (e quindi degli utili), l’arrivo sul mercato di prodotti sostitutivi che ne hanno eroso fette di mercato. Ancora, essi aggiungono le stime sin troppo ottimistiche che erano state formulate in tempo di lancio di questi prodotti. Ma soprattutto, chiosano, il timore che negli USA le aziende di settore siano costrette a chiudere e licenziare i dipendenti. Che – secondo il Families First Coronavirus Response Act – andrebbero comunque retribuiti dalle aziende fallite che non beneficerebbero di aiuti federali. Questo perché la marijuana rimane illegale a livello federale negli States.

Le percentuali dei crolli

A fornire qualche cifra, le performance sono da delusione pura.

Ad esempio l’“ETFMG Alternative Harvest ETF MJ” ha perso circa il 55% nell’ultimo anno e quasi il 23% solo in questo 2020.

Stessa sorte per l’”ETF Advisor Shares Pure Cannabis”, che “vanta” un -19,60% nell’ultimo trimestre e un -12,35% nell’ultimo mese.

In sintesi

Quindi pensare ad investire nel settore della cannabis, quanto rendono gli ETF che ne pedinano il trend, può essere assai deludente. Oltre al fatto che occorre  considerare che il segmento di mercato in cui scambiano è poco liquido. Infine bisogna tenere a mente che si tratta di strumenti quotati in $, quindi esposti al rischio cambio. In definitiva possiamo definirli degli strumenti che magari “affascinano” ed incuriosiscono l’immaginario collettivo. Ma che è molto meglio tralasciare del tutto se visti in chiave investimento. Le pessime performance, i rischi di liquidità e di cambio, ne rendono uno strumento per niente adatto alle esigenze del piccolo risparmiatore. Esponendolo invece al serio rischio di mandare in fumo i suoi soldi.

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