Cambio di politica monetaria della BCE: cosa cambia per titoli di stato e valute?

ProiezionidiBorsa

A cura di Gian Piero Turletti,

autore di Magic Box in 7 passi e di  PLT

Come noto, in questi ultimi anni sia la BCE, che la FED, hanno seguito politiche monetarie espansive.

Questo significa acquisto di titoli di stato, contro emissione di nuova moneta.

Gli obiettivi di tali manovre sono il conseguimento di una politica, che consenta per un verso di finanziare lo stato, e per altro verso di mantenere un certo livello di inflazione.

Infatti, a parità di pil, una maggior massa monetaria dovrebbe comportare quanto meno una limitazione del valore intrinseco della moneta.

Sul versante dei conti pubblici, ovviamente questi risentono positivamente degli acquisti di titoli di stato, da cui conseguono tassi minori.

Ovviamente si hanno effetti opposti in caso di politiche monetarie restrittive, che comportano assorbimento di massa monetaria, correlata alla vendita dei titoli posseduti, nonché una diminuzione delle quotazioni dei titoli di stato e conseguenti tassi più elevati.

Questa settimana la BCE dovrà decidere le sorti della politica di quantitative easing, cioè della politica monetaria espansiva, sinora seguita.

Tuttavia, più che passare ad una politica opposta, come quella sopra descritta, è più probabile una fine graduale del Q E.

Quali conseguenze?

Sicuramente verrà meno una delle mani forti, in acquisto su titoli di stato, e quindi a maggior ragione l’esecutivo dovrà fare attenzione a non innervosire i mercati.

Ma una conseguenza importante riguarderà anche il cross euro dollaro.

Infatti uno dei modelli econometrici che possiamo seguire per comprendere se l’euro si rafforzerà o meno, nei confronti di un’altra moneta (in questo caso il dollaro) è il seguente:

(PIL EUROZONA/EURO IN CIRCOLAZIONE)/(PIL USA IN EURO/DOLLARI IN CIRCOLAZIONE).

In altri termini, bisogna in primo luogo considerare il controvalore a prezzi correnti del pil dell’eurozona e dividerlo per la quantità di euro in circolazione (cosiddetta M1, cioè massa monetaria 1).

Poniamo che il Pil in euro sia di 1000 miliardi (numero puramente teorico), e che in circolazione ci siano 500 miliardi di euro.

Pertanto abbiamo un valore pari a 2.

Se il pil USA, considerando il rapporto di cambio tra euro e dollaro, è pari a 1200 miliardi di euro, e se in circolazione ci sono 1200 miliardi di dollari, questo rapporto, cioè PIL USA / dollari in circolazione, vale 1.

Quindi si divide il primo rapporto per il secondo, ed otteniamo: 2/1, da cui otteniamo un valore di equilibrio dell’euro dollaro di 2.

Ma cosa succede se, ad esempio, a parità di tutti gli altri fattori, si riduce il quantitativo di euro in circolazione?

Ipotizziamo che gli euro in circolazione passino da 500 miliardi a 300 miliardi.

Ebbene, intanto dobbiamo dividere i 1000 miliardi di PIL europeo per 300, ed otteniamo 3,33, che poi, diviso a sua volta per il ratio PIL USA/ DOLLARI IN CIRCOLAZIONE, conduce ad in fair value del cross euro dollaro di 3,33.

Ecco spiegato il perché diversi analisti prevedano, in caso di venir meno del quantitative easing della BCE, non solo conseguenze sulle quotazioni dei titoli di stato, ma anche del cross euro dollaro, a favore di una ripresa dell’euro.

Consigliati per te