Calcolare la ritenuta d’acconto non è mai stato più facile

tasse

Tasse, burocrazia e adempimenti vari sono noiosi e spesso è difficile comprendere tutti i passaggi che il contribuente deve espletare per poter dormire su due guanciali. Il fisco è come la legge: non ammette ignoranza e se non si fa il proprio dovere prima o poi le autorità competenti chiedono il conto. Tra i tanti adempimenti fiscali, oggi trattiamo il pagamento della ritenuta d’acconto da parte dei lavoratori autonomi o collaboratori occasionali. Grazie al supporto tecnico degli esperti di ProiezionidiBorsa, calcolare la ritenuta d’acconto non è mai stato più facile.

Cos’è la ritenuta d’acconto

Si tratta di un’imposta trattenuta sulla base imponibile versata all’Erario dal sostituto d’imposta per conto del professionista che ha eseguito la prestazione in suo favore. Chi è il sostituto d’imposta? La definizione giuridica di questa figura è fornita dall’art. 64 del d.P.R. 600/1973 secondo cui il Sostituto è «chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili ed anche a titolo di acconto […]». Per un libero professionista, si tratta dunque di un suo cliente tenuto a pagare le imposte per suo conto.

Qual è l’aliquota della ritenuta d’acconto

Ne esiste più di una. Le aliquote variano a seconda che si tratti di redditi di lavoro autonomo prestati per residenti in Italia o per redditi di lavoro autonomo eseguiti in Italia ma nei confronti di persone non residenti. Le percentuali in questo caso sono rispettivamente del 20% e del 30% sui compensi del professionista. Per un approfondimento dettagliato di tutte le categorie di lavoratori autonomi o occasionali assoggettati a tale regime fiscale si consiglia di consultare la tabella pubblicata sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

Su quali importi si calcola l’aliquota

Oltre che sugli emolumenti dovuti al professionista, la percentuale applicabile alle ritenute d’acconto si calcola anche su altre spese. Si tratta in particolare di tutti i costi sostenuti dal lavoratore funzionali all’esecuzione della prestazione verso il suo cliente. Parliamo ad esempio di alloggio, vitto (alberghi, pranzi etc.). Oppure di altre spese dette a piè di lista come il pagamento del taxi per raggiungere il luogo di lavoro. Grazie a questi piccoli consigli, calcolare la ritenuta d’acconto non è mai stato più facile.

Consigliati per te