Cala il Sentix della fiducia degli investitori area euro: conseguenze e riflessioni

ProiezionidiBorsa

E’ vero, proprio su queste pagine abbiamo collocato i dati sulla fiducia  in coda a una ipotesi di classificazione in ordine di importanza dei dato macro-economici che vengono quotidianamente pubblicati.

Proprio per questo un Sentix UE della fiducia degli investitori che esce a 12 ampiamente (oltre il 10%) sotto il consensus atteso a 13.8 fa molta sensazione. Se nemmeno il dato più oggetto diciamo a sensibilità del momento se non a vere e proprie manipolazione riesce a dare qualche segno di vita in area UE c’è proprio di che preoccuparsi.

Il dato in calo (il precedente era addirittura a 14,7), nel contesto critico di Italia, Turchia e Spagna (senza dimenticare la Grecia) in particolare, è assolutamente normale ma allora visto che le attese erano già scivolate a 13.8 come mai un 12,0 assolutamente  deficitario?

I forti cali delle borse ci fanno pensare che su un dato del genere incida di più l’umore dei listini che non le crisi economiche in quanto tali:

basti pensare che in luglio ed agosto lo stesso dato, in piena crisi turca , era uscito a 12.1 e 14.8 in entrambi i casi ampiamente sopra le aspettative.

O forse ad essere maliziosi i potentati e le lobby che in estate volevano prorogare lo status quo di dormiveglia sopito indotto dal QE ora è giunto il momento di fare progressivamente crollare gli argini che trattenevano i prezzi di borsa ben oltre le logiche storiche apprese per decenni sui testi universitari.

Dimentichi di P/E e analisi approfondite dei bilanci gli analisti, spinti dalla montagna di liquidità a disposizione di chi li paga, hanno regalato per anni target e rating per dirla con eufemismo…benevoli.

Ora siamo alla resa dei conti poche illusioni deve dare il rimbalzo attuale, che potrebbe anche proseguire ma si evidenzia che al momento le inversioni rialziste sono ancora ben lontane e che i ribassi possono essere ancora dietro l’angolo.

Nella loro imperfezione invece i mercati debbono fare i conti con decine di variabili di breve periodo e tornando all’apertura dell’articolo la fiducia come dimostra quanto poco ha inciso sul buon umore odierno dei listini è certo uno dei parametri più deboli.

Il lato positivo di questa giornata è che una simile situazione di calo di fiducia favorirà invece Draghi nel mantenere le sue posizioni di apertura sul QE in corso e riproponibile ove necessario, situazione fondamentale affinché una ciclica decadenza dei mercati (che da sempre trova scuse e scusette) si trasformi in una vera crisi globale e prolungata come quella post- sub-prime del 2008.

 

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