Buoni fruttiferi postali: convengono o “bruciano” occasioni di guadagno?

buoni fruttiferi

La domanda di molti piccoli risparmiatori riguarda i Buoni fruttiferi postali: convengono o “bruciano” occasioni di guadagno? Le Poste Italiane sappiamo sono da sempre il canale privilegiato di deposito dei propri risparmi per milioni di piccoli risparmiatori. Famiglie, casalinghe, giovanissimi, trovano in Poste un interlocutore privilegiato. Ma i “tassi di fedeltà” ed attaccamento sono a dir poco esplosivi presso le fasce dei pensionati. Per essi si tratta spesso di una semplice “operazione di giroconto”: riscuotono e incassano sempre con lo stesso soggetto. Tra i motivi di tale predilezione citiamo: fiducia nell’emittente, la capillarità territoriale degli sportelli, la facile comprensione dei prodotti, l’effetto imitazione. Più un contributo (colposo) indiretto: la perdita di fiducia del sistema bancario nel corso degli ultimi decenni. Insomma, quella di Poste è una strategia che fino ad oggi l’ha premiata con delle raccolte patrimoniali da paura.

I vantaggi dei Buoni fruttiferi postali …

Entriamo nel cuore del problema e chiediamoci se i Buoni fruttiferi postali convengono o “bruciano” occasioni di guadagno. Partiamo dai vantaggi del prodotto postale, che sono:

  • la garanzia fornita dallo Stato a favore dell’emettente, Cassa depositi e prestiti;
  • non hanno nessun costo, né in sede di sottoscrizione che di rimborso, sempre però fatti salvi gli oneri fiscali;
  • il rimborso del capitale investito in qualsiasi momento successivo all’acquisto;
  • la tassazione di favore, pari solo al 12,5% mentre su molti altri strumenti finanziari l’aliquota è al 26%. Inoltre, sono esenti da imposta di successione.

…e gli svantaggi

Ma altrettanto palesi sono i difetti e riguardano il fatto che tutti i rendimenti offerti – a prescindere dalla durata del deposito – sono assai deludenti. Gli interessi attivi non sono (a voler usare un eufemismo) infatti degni di nota e perdono gran parte dei possibili confronti con prodotti similari. Un esempio: €10.000 investiti sul prodotto postale “Buono 3×2” (quindi con durata 6 anni) rende €211,85 lordi in 6 anni, equivalenti a €185,37 netti. In percentuale, danno lo 0,30895% annuo, ossia quasi lo 0,31%. Trentuno euro l’anno, €2,6 al mese! Una miseria bella e buona se si pensa al vincolo temporale tutt’altro che ridotto. Quindi il quesito se i Buoni fruttiferi postali: convengono o “bruciano” occasioni di guadagno propende chiaramente per la seconda. Ossia sono una delusione di rendimenti per i loro sottoscrittori. Si potrebbe infatti optare per un BTP quinquennale o – meglio – un conto deposito per spuntare occasioni migliori, a parità di profilo di rischio.

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