BUM BUM BUM dati macro tedeschi esplosivi

ProiezionidiBorsa

Dopo tre dati macro tedeschi su tre eccellenti e sopra le attese non vorremmo trovarci nei panni di Mario Draghi e nel contempo misurare la forza con cui il governo italiano andrà a combattere per ottenere deroghe e cambi di rotta dall’Unione europea e le sue direttive.
Sì, perché se dopo qualche dato balbettante di settimana scorsa Draghi poteva risultare favorito nel mantenere una politica monetaria morbida e pur fermando il QE rimanere con la porta aperta in ogni momento , ora con la Germania di nuovo in forza non avrà appigli graditi ai tedeschi a cui attaccarsi.
Tanto per capirci:
– Aspettative di business tedesco uscito a 101.2 atteso 98.4!
– Valutazione situazione tedesca 106.4 vs 105.4
e soprattutto:
– Indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania 103.87 contro aspettativa a 101.9!
Dati straordinari che porranno ora i teutoni nella condizione di pensare e pretendere che nulla venga mutato.
Dall’IFO si arguisce che i tedeschi si attendono per loro stessi un autunno ed inverno straordinari: per quale motivo dovrebbero accondiscendere le pretese di paesi che a loro servono soltanto come zavorra monetaria nonché colonizzati e beoti consumatori?

Se battaglia sarà, sarà durissima. Con conseguenze sui mercati molto molto pesanti.

Per quale motivo una nazione col vento in poppa dovrebbe mutare lo status quo?

Forse perché fa parte di una comunità di paesi?

Ma da quando in qua storicamente i tedeschi hanno mostrato attenzione per chi non è dei loro?

Alleato o meno che sia quello che a Berlino importa è primeggiare, dominare. La differenza tra le stragi sui campi di battaglia e la guerra economica è certamente profonda sul piano delle vite umane ma se saliamo soltanto di un gradino e valutiamo la qualità di vita…Prendiamo l’esempio della Grecia con una popolazione che, escluse le isole turistiche, è impoverita e sofferente, a cui a breve rischiano di accodarsi Italia e Spagna, per capire che alla Germania dei partner europei interessa quanto basta a trarne la maggiore utilità possibile, nulla più.

Troppo diverse le dinamiche, le esigenze e le potenzialità produttive dei vari paesi componenti l’UE per trovare mediazioni in grado di rendere più equilibrata e distribuita la crescita?

Quest’autunno 2018 potrebbe essere finalmente il turning point in grado di dare risposte ormai improcrastinabili  a questo quesito.

 

Gianluca Braguzzi
CFI Asset Management and Organization WIAM

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