BTP: è il momento di vendere!?

Btp

Come in ogni fase di affanno che si rispetti torna di attualità la domanda su cosa fare coi nostri BTP.

Come se il debito pubblico italiano potesse andare fuori controllo da un momento all’altro per qualche dato macroeconomico deludente.

In realtà tutta questa apprensione non trova giustificazioni.

Certamente le oscillazioni sui corsi ci sono e ci saranno sempre e per questo già in passato abbiamo consigliato di diversificare le scadenze e di tenere, ove necessario, liquidità fuori dai BTP.

Il BTP future torna sotto quota 130

D’altronde non bisogna nemmeno banalizzare la questione.

Il BTP future nuovamente sotto quota 130 ci indica una recrudescenza di negatività verso l’Italia.

Per chi da un momento all’altro potrebbe avere bisogno di liquidità il collocamento delle disponibilità in BTP, specie se lunghi, non è da fare.

Il BTP è strumento ideale per chi ha esigenze di reddito e su somme di cui non necessiterà per tempi medio lunghi.

In questo senso ipotizzare che l’Italia non pagherà a scadenza è veramente eccessivo.

Il sostegno della BCE

Non dobbiamo infatti dimenticare che le cannoniere monetarie della BCE sono pronte ad intervenire in qualsiasi momento come già accaduto in passato per sostenere i corsi dei bond governativi dell’area UE.

Recentemente pareva che nelle disponibilità di Draghi vi fosse anche quella di intervenire sulle obbligazioni non statali.

Invece niente, dopo il Meeting di due mesi fa il banchiere si è sempre limitato al “compitino” di rassicurare sul ruolo attivo della BCE in caso di necessità.

Nessuna dichiarazione specifica sugli asset tossici è certamente qualcosa che lascia un problema irrisolto.

Allo stesso tempo però vuole dire che le bordate di euro della BCE saranno tutte per i titoli di stato delle nazioni UE in difficoltà…

Con un simile sistema di paracarro monetario in funzione dubitare dei BTP è quanto meno eccessivo.

La successione di Draghi e l’esito delle elezioni

La crescita dei partiti sovranisti è confermata ad ogni sondaggio sull’esito elettorale di maggio.

Ma salvo sorpresone non raggiungeranno i numeri per governare.

Quindi il vero turning point per i BTP sarà quando a fine anno Mario Draghi lascerà il suo incarico ai vertici della BCE.

Nella norma non dovrebbe cambiare nulla a livello di politiche visto che il Board manterrà più o meno la stessa composizione come struttura nazionale.

Però non possiamo nemmeno escludere al 100% che il nuovo Presidente della BCE possa differenziarsi dal suo predecessore magari appunto dando meno copertura ai titoli di stato delle nazioni più deboli.

L’accusa nemmeno tanto velata a Draghi di avere sostenuto i BTP ogni tanto è arrivata.

Sarà quindi in vista della sua sostituzione che semmai penseremo a qualche alleggerimento sui BTP.

Fino al dipanarsi del TLTRO della BCE previsto per settembre la vendita dei BTP pare alquanto prematura.

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