BTP: titoli di Stato e piccolo risparmiatore, strategie di ottimizzazione

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Tra il 18 e il 21 maggio prossimo arriverà il BTP Italia che raccoglierà risparmio con cui finanziarie le casse dello Stato e nello specifico le misure anticrisi da Covid-19. L’occasione sarà sicuramente al centro dell’attenzione del piccolo risparmiatore, a cui l’asta di maggio punterà in via prioritaria. Le famiglie italiane a fine ’19 detenevano circa poco più di €60 mld di titoli su duemila mld in giro (dati Mazziero Research). Cifra che si punta ad incrementare considerato che costituisce circa il 3% del totale dei detentori del debito e che il risparmio privato italiano è tra i più alti d’Europa. Visto dall’ottica della famiglia, ci chiediamo allora quali siano le strategie di ottimizzazione possibili su BTP: titoli di Stato e piccolo risparmiatore.

Diversificazione è la parola d’ordine

In attesa di conoscere i dettagli della prossima offerta di maggio, alcuni consigli possono comunque essere tracciati a priori. La prima regola in assoluto risponde alla classica diversificazione, tanto per i piccoli quanto (e soprattutto) per i medi-grandi portafogli. Che (data le dimensioni) ben si prestano a strategie di ripartizione del rapporto rischio/rendimento. L’attuale fase di debolezza dei loro prezzi consente di poter spuntare migliori rendimenti, che in parecchi sono tornati ad offrire un rendimento positivo. A prescindere dalle scadenze. Ovviamente non è una legge universale, ma ogni emissione è una storia a sé.

BTP: titoli di Stato e piccolo risparmiatore. Quali scadenze prediligere?

Altro aspetto da considerare è quello relativo alle scadenze, ossia quale durata scegliere tra le tante possibili? Considerato lo scenario d’incertezza da Covid-19, sicuramente le scadenze intermedie sono quelle da prediligere. Magari emissioni sui 4/5 anni che diano la possibilità di portare a casa almeno un 1% di rendimento lordo. Tuttavia il discorso durata del titolo va combinato con il proprio profilo.

Se su una stessa scadenza e simile famiglia di prodotto ne ho due diversi, di cui uno quota sopra cento e l’altro sotto, il 2° offre la possibilità di recuperare minusvalenze pregresse. Comprandolo sotto 100, a scadenza avrò infatti una plusvalenza fiscalmente considerata “reddito diverso” e quindi spendibile per recuperare eventuali perdite accumulate.

Guardare al prezzo al rendimento?

Chi già possiede obbligazioni governative o guarda alla prossima emissione si chiede ovviamente quali siano le strategie di ottimizzazione possibili per i BTP, titoli di Stato e piccolo risparmiatore. Sono importanti entrambi. Il risparmiatore di norma approccia in funzione del rendimento, ma spesso dimentica che lo stesso deve essere pari a un livello tale che a scadenza mi abbia protetto: dalle commissioni bancarie; dall’aliquota d’imposta; dall’inflazione di periodo.

Procedendo a spanne, e considerati tutti e tre gli elementi, ovvio che occorre almeno un rendimento dello 0,8% per cercare di uscire a pareggio a scadenza. Altrimenti vuol dire che si vanno a comprare titoli con rendimenti “effettivi” nulli o negativi proprio. Altrettanto importante è anche il prezzo d’acquisto del titolo, specie quando essi quotino sotto la pari. Questi infatti consentono di impostare anche delle strategie di efficienza fiscale.

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