BTP e spread sempre meglio: come sarà luglio?

BTP

 Nonostante la UE pare non abbia nulla di meglio da fare che tenere sotto pressione ed attacco l’Italia, BTP e spread hanno vissuto un mese di giugno molto positivo.

E se, come pare probabile, verrà trovata un’ intesa che eviti la procedura di infrazione, luglio potrebbe proseguire alla stessa stregua.

Intanto chi ha seguito i nostri  spunti sui BTP si ritrova un portafoglio redditizio ma anche decisamente rivalutato in termini di capitale.

Questo non significa necessariamente precipitarsi alla cassa e rivendere i BTP ma principalmente sapere che, in caso di necessità, si potrà smobilizzare realizzando anche una plusvalenza sui corsi.

Lo spread sotto 200 e poi verso 150

Per archiviare definitivamente la pratica Italia tra quelle al centro dei grandi speculatori internazionali occorrerà però un ulteriore sforzo.

Lo spread dovrà scivolare dapprima sotto quota 200 e poi ancora verso il livello di assestamento fisiologico di 150.

Attualmente lo spread con il Bund tedesco è posizionato a 245 punti base.

Il tasso del nostro decennale è a 2,15%, mentre il corrispondente il Bund decennale è a -0,31%.

Che poi il future tedesco non abbia un sottostante reale pare essere questione che non interessa a nessuno… ma così non dovrebbe essere…

BTP: il successo delle aste

Prosegue intanto la fase favorevole per il collocamento di nuovi BTP nelle aste del Tesoro.

Il Tesoro ha infatti nella scorsa settimana collocato con successo 2,75 miliardi di BTP a 10 anni con un rendimento del 2,09% in forte calo dal 2,60% di maggio.

Si tratta del livello più basso da aprile 2018!

Sono stati anche collocati 2,25 miliardi di BTP a 5 anni con rendimento all’1,34% anche qui in forte calo rispetto all’1,81% di fine maggio.

Tassi diversi con moneta unica: rimane anomalia

A prescindere dal fatto che, nonostante l’ennesima aggressione dell’UE all’Italia, il nostro Tesoro e i suoi BTP vivano una fase positiva restiamo dell’idea che di fondo vi sia un’ anomalia.

Nessuno poteva pretendere che con la nascita dell’Euro si andasse alla condivisione dei debiti pubblici nazionali.

Ok, siamo d’accordo.

Ma che con una moneta unica i tassi di riferimento delle emissioni dei vari stati coordinati da un’unica Banca centrale, la BCE, siano rimasti diversificati resta un’anomalia grave.

Un errore strategico nella costruzione del progetto europeo che pesa sullo stesso futuro dell’euro e sulla stabilità dell’Unione Europea.

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