BTP: aumentano i rendimenti. Quali titoli di Stato mettere in portafoglio?

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Bentornati BTP

Dopo anni di rendimenti infimi i nostri BTP tornano agli onori delle cronache di investimento con rendimenti tutt’altro che disprezzabili:

Asta di BTP italiani con scadenza a 3 anni 2,51% 1,20%
Asta di BTP italiani con scadenza a 30 anni 3,790% 3,550%
Asta di BTP italiani con scadenza a 7 anni 3,28% 2,55%

 

Rendimenti da sogno dopo che a 3 anni per lunghi periodi si era a rendimento zero con alcuni picchi anche in negativo.

Ora per gli investitori , anche privati, continuare ad ignorare il nostro debito pubblico diventa più difficile.
Alla faccia dello spread mettere in portafoglio cedole o meglio rendimenti che oscillano dal 2,51% a 36 mesi fino al 3,79% a 30 anni sta certamente diventando molto appetibile.

Sui corsi è probabile che si possa ancora soffrire per gli attacchi speculativi che certamente proveranno a riproporsi ma ugualmente per chi cerca rendimento e non ha necessità di avere sempre il capitale disponibile siamo già a livelli molto appetibili.

Le oscillazioni di prezzo infatti incidono sule quote dei fondi di investimento ma per i privati cassettisti quel che conta è il rendimento. E pure modalità di calcolo più elastiche hanno a disposizione sia i fondi pensione che le polizze assicurative.

Un esercito di compratori che con un minimo di fiducia nel fatto che l’Italia eviterà il default potrebbero gradualmente fare incetta dei nostri BTP.

Altro elemento molto confortante è quello della linearità della curva dei rendimenti.
Statisticamente infatti quando vi è coerenza nel incremento dei rendimenti rispetto alla duration dei titoli si rileva che il mercato non considera un rischio sistemico sul debito.

Ergo, 2.51%/3.28%/3.79% dà l’idea di un perfetto equilibrio, di una linearità rendimento/tempo di attesa delle scadenza molto rassicurante.

E’ corretto rammentare che i mercati al momento credono o meglio puntano ancora sull’impegno della BCE, tuttora alle prese col proprio QE ovvero col riacquisto mensile di grandi quantità di titoli obbligazionari emessi da paesi UE, di fare tutto il possibile per evitare nuovi casi “Grecia”.

Nel divenire quindi saranno  da monitorare più che nuovi attacchi speculativi allo stato dell’arte delle cose politiche italiane, eventuali sviluppi verso un abbandono dell’UE o anche solo dell’euro come paventato da molti politici attualmente al governo nel caso non si trovasse una “quadra” con Bruxelles.

Soluzione estrema ma che ad oggi non si può escludere a priori, sviluppo che porterebbe il livello dei rendimenti ancora più in alto e costringerebbe davvero i detentori dei BTP italiani ad avere molta molta pazienza prima di pensare a realizzi.

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