BTP ancora un successo per il nostro Tesoro

Btp

Brillante risultato per l’asta odierna dei BTP a 3 e a  5 anni.

Su entrambe le scadenza rendimenti in forte calo per la gioia del nostro Ministero del Tesoro che vede scendere copiosamente la quota degli interessi cedolari.

Un impegno fisso che si dovrà pagare nei prossimi anni 3/5 anni e che è importantissimo contenere.

Specie dopo le fasi calde registrate da spread e rendimenti nel 2018.

Asta BTP rendimenti a precipizio

    Asta di BTP italiani con scadenza a 3 anni 0,49% 1,05%
    Asta di BTP italiani con scadenza a 30 anni     3,650%
    Asta di BTP italiani con scadenza a 7 anni 1,24% 1,96%

Come vediamo, sui 3 anni la resa si dimezza da 1.05% a 0.49% rendendo di fatto il BTP a 3 anni di nuovo il cugino dei BOT di poco tempo fa…

Sui 5 anni dalla soglia del 2% (si era a 1.96%) si precipita a +1.24% che è meglio di niente ma non copre nemmeno l’inflazione.

Che poi per coprire l’inflazione bisognerebbe reinvestire una cedola di almeno pari livello…

E, come detto, non ci siamo.

Avremo uno switch tra obbligazionario e azionario anche in Italia?

Per ora non si vede, anzi anche gli ultimi dati sulla raccolta dei fondi azionari sono negativi.

Anche se per la verità bisogna riconoscere che chi ha riscattato ora ha fatto certamente meglio di chi si è impaurito e ha scaricato le quote a maggio.

Tornando all’asta dei BTP resta curioso il fatto che non sia stato pubblicato quello del titolo trentennale ma visto il BTP future di questi giorni dubito abbia registrato impennate.

Anche se 30 anni sono tre volte i 10 su cui ragiona il future rimane pur sempre una forte correlazione.

Risparmiatori senza rendimenti

A questo punto quelli che realmente vengono penalizzati da questo andamento sono proprio i risparmiatori.

Sono proprio i più parsimoniosi ed oculati che vedono le cedole allontanarsi anche da quel 2%.

Livello che è il minimo sindacale per proteggersi dall’inflazione ed avere un minimo di soddisfazione in termini di rendita dei propri risparmi.

Oggi come oggi, se non si vira verso l’azionario, le uniche alternative remunerative si trovano, nel comparto obbligazionario, nel segmento corporate bond con l’aumento dei rischi che ne consegue.

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