Brutte notizie per queste casalinghe che possono perdere il diritto al mantenimento e agli alimenti da parte dell’ex coniuge se non stanno attente

casalinghe

Divorzi e separazioni, con un Tribunale che stabilisce l’onere degli alimenti a carico dell’ex marito nei confronti dell’ex moglie sono situazioni molto frequenti in Italia. Il cosiddetto assegno di mantenimento è però una materia abbastanza complicata. Il credo collettivo secondo cui l’uomo deve sempre e comunque versare l’assegno all’ex coniuge che è la parte debole del matrimonio, si scontra con alcune evidenze della Legge. Infatti l’assegnazione dell’assegno di mantenimento viene applicata da un Tribunale, prendendo a riferimento diversi fattori. Età del coniuge, formazione scolastica o formazione professionale, sono fattori determinanti. E così molte donne che credono di avere diritto al mantenimento, possono restare deluse. 

Brutte notizie per queste casalinghe che possono perdere il diritto al mantenimento e agli alimenti da parte dell’ex coniuge se non stanno attente

Tra i tenti fattori che influiscono sulla decisione di un Giudice di assegnare all’ex moglie gli alimenti da parte dell’ex marito, anche l’età la fa da padrona. E naturalmente anche eventuali titoli di studio o titoli di formazione professionale. Fattori importanti questi, perché una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che il matrimonio non può essere considerato un investimento a vita da parte di una delle parti in causa della separazione o del divorzio. Tradotto in termini pratici, chi può deve cercare di lavorare perché l’assegno di mantenimento non può essere la soluzione “vita natural durante”. Una donna con una età lavorativa quindi, non può, in alcuni casi, scegliere di fare la casalinga per sempre godendo del mantenimento del marito. Anche eventualmente il titolo di studio o le capacità professionali incidono molto.

Cosa deve fare l’ex moglie per evitare di vedersi respingere la richiesta di mantenimento

Il principio basilare dell’assegno di mantenimento è quello del sostentamento da concedere a chi non può mantenersi da solo. Ma l’impossibilità a mantenersi dopo un divorzio o una separazione deve fuoriuscire da situazioni contingenti e non deve essere una scelta di una delle parti. In pratica, l’assenza di altre entrate da parte dell’ex coniuge non deve provenire da una sua colpa. La casalinga per scelta quindi, può essere considerata una colpa da un Tribunale.

Brutte notizie per queste casalinghe che possono vedersi revocare o non assegnare il mantenimento. Se lo stato di disoccupazione di una moglie dipende da pigrizia e mancanza di volontà nella proficua ricerca di una attività lavorativa in linea con le sue competenze e con i suoi titoli di studio, i rischi sono maggiori. Una donna fino a 40 anni o anche più, a prescindere dalla durata del matrimonio, deve dimostrare di aver mandato curriculum e di aver cercato assiduamente lavoro. Se mancano queste prove, non è certo raro trovarsi di fronte ad assegni negati. 

Approfondimento

Per le casalinghe un assegno da 468 euro, rendita fino a 1.292 euro e pure una pensione con 5 anni di contributi

Consigliati per te