BREXIT, verso il caos? Senza accordo UE?

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BREXIT: si va verso l’uscita senza accordo con l’UE?

Ancora una volta il parlamento britannico ha respinto l’accordo impostato da Theresa May con l’Unione Europea sui termini della BREXIT.

La Premier aveva assicurato di avere ottenuto dall’Unione Europea quelle integrazioni necessarie a rendere il trattato meno svantaggioso per la Gran Bretagna.

Rispetto alla votazione di gennaio la May ha recuperato 80 voti, un buon numero ma assolutamente non sufficiente per ribaltare la situazione e fare passare il nuovo testo di accordo sulla BREXIT.

La sterlina paga dazio

Dopo alcune settimane di grande forza verso euro e verso dollaro la sterlina in queste ore sta immediatamente pagando dazio con una perdita di valore di circa l’1% con il rischio anche di poter peggiorare ulteriormente almeno nel breve.

Possibile hard BREXIT

Domani il Parlamento britannico sarà chiamato nuovamente al voto per convalidare o meno l’ipotesi di una hard BREXIT.

Ovvero l’uscita dall’unione europea senza accordo!

D’altronde da Bruxelles hanno fatto sapere che l’UE ha concesso tutto il concedibile e questo complica parecchio anche l’ipotesi di una rinvio.

Conseguenze di una hard BREXIT

Sui mercati in generale una hard BREXIT difficilmente avrà conseguenze durature anche se inizialmente potrebbe mordere le borse.

Molto più probabile che a soffrire pesantemente sia invece la borsa britannica che andrebbe fare compagnia a una sterlina già da qualche ora sotto pressione.

La sconfitta di Theresa May

La May si è persino giocata la carta di dichiarare che in assenza di un voto favorevole si sarebbe messa a rischio la stessa BREXIT nel suo insieme.

Nemmeno questo è bastato!

Alla Premier non sono nemmeno state sufficienti le ultime concessioni ottenute nell’incontro di lunedì sera a Strasburgo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Si era trattato in particolare della questione del ‘backstop‘ per il confine irlandese.
E qui è risultato decisivo il riscontro negativo dell’avvocato generale dello Stato britannico Sir Geoffrey Cox sulle implicazioni legali del ‘backstop’.

Queste perplessità di tipo legale hanno evidentemente attecchito e convinto la fronda euroscettica del Partito conservatore e gli alleati nordirlandesi del DemocraticUnionist Party a votare No all’accordo.

Guarda caso infatti sono stati proprio i cosiddetti ‘Brexiteers’, l’ala oltranzista del Partito conservatore che si riconosce nell’European Research Group, ad affossare la loro leader, ormai in disgrazia, Theresa May.
Analizzando la votazione si scopre  che alla premier sono mancati 75 voti del proprio partito oltre a quello dei 10 deputati nordirlandesi del DemocraticUnionist Party.
A favore dunque hanno votato 235 deputati Tories, 4 indipendenti e 3 laburisti.

L’ipotesi rinvio ha comunque un fondamento

Nonostante questa disfatta ci sentiamo di dare all’ipotesi rinvio della scadenza originaria fissata per il 29 marzo le stesse probabilità dell’hard BREXIT.
In questo caso mercati e sterlina tirerebbero il fiato.

Ed anche l’UE al di là delle starnazzanti dichiarazioni di principio avrebbe dei vantaggi. Non è certo il momento di immettere tensioni sui mercati!

E poi tornando a chi ha votato contro troviamo da un lato i Conservatori più convinti della BREXIT quindi disposti certamente anche alla formula hard BREXIT.

Ma questi mai troveranno un appoggio nei laburisti che per lo più sono convinti europeisti.

Un bel caos . Già domani sera ne sapremo di più…

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