Brexit: vendite di case alle stelle

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Quasi tutti (noi no) avevano previsto che con la Brexit il primo indicatore ad entrare in crisi sarebbe stato quello immobiliare. A sentire buona parte degli analisti la Gran Bretagna vittima del proprio isolamento si sarebbe progressivamente svuotata  e questo fenomeno avrebbe gravato in modo massivo sul mercato immobiliare che si sarebbe prima dovuto fermare e poi crollare. Ebbene nulla di tutto ciò si è verificato.

Anzi, il mercato immobiliare britannico è in uno stato di salute che definirei effervescente:  l’indice dei prezzi della case è salito dell’1,4% su base mensile ( vs 0.2% atteso) e su base annuale si registra un +3.3% ( contro attese a +2.7%). A maggior ragione considerando l’andamento immobiliare dei paesi UE, si capisce bene come la scelta britannica oltre a smentire molti soloni economici stia addirittura premiando chi ha creduto in questa svolta.

Non solo, credo che il mercato immobiliare di oltremanica possa ancora salire e ,salvo qualche fisiologica pausa (intoppi burocratici con l’uscita dalla UE come fattore di rischio da monitorare), salire tanto da arrivare in bolla.

Perché questa valutazione? Semplice: da sempre i britannici sono bravissimi nell’attrarre capitali dall’ estero con appropriate e vantaggiose politiche fiscali. Dal punto di vista mercantile hanno fatto, mercato comune o non , scuola per secoli, e infine hanno comunque ancora vivi molti storici legami internazionali grazie al sopravvissuto (all’era coloniale) Commonwealth.

Organizzazione che garantisce un ‘ottima copertura in termini di approvvigionamento di materie prime.

E per finire l’arroganza di chi si è sentito tradito negli ideali europei ha voluto colpire la sterlina completando di fatto, con la moneta inglese indebolita, il quadro più favorevole per una post BREXIT esplosiva.

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