BREXIT: salta la votazione. L’economia tiene

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BREXIT nel caos.  

Circa alla metà del diciannovesimo secolo noi in Italia abbiamo avuto il nostro “re tentenna” ma in questa fase storica gli inglesi con il caso sulla BREXIT ci stanno ampiamente superando.

Mille incertezze,votazioni una in contraddizione con l’altra.

Schieramenti elastici alla Camera che confondono le acque con un’unica certezza: Theresa May non riesce a trovare una soluzione.

La BREXIT è ancora in alto, anzi altissimo mare.

Ieri sera niente voto sulla BREXIT

Il colpo di scena  lo ha procurato John Bercow, speaker della Camera nonché conservatore, che nel pomeriggio aveva bellamente annunciato che non avrebbe messo in votazione per la terza volta l’accordo raggiunto con Bruxelles.

In base a un vecchio regolamento lo speaker ha potuto fare valere la regola che l’accordo avrebbe potuto essere rivotato per la terza volta soltanto nel caso avesse contenuto significative modifiche.

Ergo, non si è votato e, ancora una volta, Theresa May sarà costretta ad equilibrismi tra Londra e Bruxelles per ottenere almeno un rinvio sino a giugno.

L’economia inglese tiene anche nel caos BREXIT

    GBP Indice dei salari medi inclusi bonus (Gen) 3,4% 3,2% 3,5%
    GBP Variazione nelle richieste di sussidi disoccupazione (Feb) 27,0K 13,1K 15,7K
    GBP Variazione nel livello di occupazione su base trimestrale (Mensile) 222,0K 120,0K 167,0K
    GBP Tasso di disoccupazione (Gen) 3,9% 4,0% 4,0%

Come vediamo chiaramente dai dati riportati in tabella l’economia inglese tiene bene nonostante il caos sulla BREXIT.

Situazione confusa cui si aggiungono e le continue voci di fuoriuscite di grandi gruppi dal territorio britannico proprio per la fuoriuscita dall’UE.

Evidentemente per qualcuno che esce c’è qualcun altro che entra in Gran Bretagna, come conferma il dato sulla disoccupazione scesa al 3,9%, dato straordinario se raffrontato con la media dei paesi dell’area euro.

Inghilterra meglio della Germania

Non è un caso che i dati macroeconomici britannici da tempo siano decisamente meglio di quelli tedeschi.

    Indice ZEW delle condizioni economiche tedesche (Mar) 11,1 11,7 15,0
    Rilevazione ZEW del sentimento sull’economica tedesca (Mar) -3,6 -11,0 -13,4

Anche le rilevazioni pubblicate in giornata sullo Zew confermano il rallentamento dell’economia tedesca.

L’indice Zew esce ancora una volta sotto le attese a 11.1 vs 11.7 e 15 del dato precedente, e con questa siamo a sei rilevazioni consecutive in calo!

La rilevazione sul sentimento batte le attese -3.6 versus -11 ma stiamo comunque parlando di un dato preceduto dal segno meno.

Insomma da questi dati teutoni capiamo come e perché la BCE improvvisamente si siano mostrata disponibile a nuove aperture in campo monetario.

Delle quattro grandi potenze europee nessuna gode di buone salute complessiva.

Della Gran Bretagna e del caos BREXIT abbiamo scritto.

La Germania oltra allo Zew da settimane accusa cali anche nel fondamentale comparto industriale.

L’Italia attende gli esiti delle scommesse del nuovo governo ma per ora raccoglie i magri frutti delle politiche precedenti e del difficoltoso start del nuovo esecutivo…

La Francia offre i dati macroeconomici peggiori del quartetto a cui assomma una crisi sociale virulenta ed al momento fuori controllo.

Ecco perché da tempo sosteniamo che per portare l’Europa fuori da questo contesto economico critico alla mosse monetarie della BCE, per quanto gradite ai mercati, dovrà assommarsi al più presto la politica.

 

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