Brexit, arriva il divorzio. Cosa cambierà dal 31 dicembre

BREXIT

Brexit, arriva il divorzio. Un’altra settimana di colloqui difficili e l’intesa di proseguire fino all’autunno. Il divorzio definitivo si avvicina per i rapporti tra Regno Unito e Ue. E il negoziatore europeo Michael Bernier insiste per trattare ancora col suo omologo David Frost prima del ‘gran finale’, che sarà il 31 dicembre prossimo. Frost promette educatamente di proseguire le videoconferenze fino a ottobre, ma in sostanza tiene duro. Le cose dal 2021 ventuno cambieranno davvero e le conseguenze ci saranno, per tutti. Vediamo come.

Aperture limitate dall’Uk

Mentre Bernier confida nella possibilità di ‘trovare intese su un terreno comune’, Frost parla di ‘aperture limitate’ nei confronti dell’Ue. Il divario è ancora ampio e le riunioni in videoconferenza non favoriscono i dialoghi ‘a margine’. Sino a fine anno la Gran Bretagna  continuerà ad applicare le norme europee, poi tanti saluti. Alla Presidente Ue Ursula Von Der Leyen non resta che giocare bene la carta del Consiglio Europeo del 19 giugno, quando vedrà ancora (in videoconferenza) il premier britannico Boris Johnson. E se necessario fisserà un incontro in presenza.

Due argomenti spinosi

La Presidente Ue potrebbe proporre una proroga di 1-2 anni del periodo di transizione, ma Johnson ad oggi è seriamente intenzionato a respingere al mittente una simile ipotesi. Gli europei vorrebbero un accordo molto ampio, con due obiettivi: limitare la liberalizzazione fiscale, sociale o ambientale del Regno Unito. E chiedere accesso alle acque britanniche per i pescherecci battenti bandiera Ue.

Il no di Johnson

Johnson considera queste richieste eccessive: vuole sottoscrivere un normale accordo di libero scambio tra blocchi che mantengono la propria sovranità. Sul fronte fiscale sta preparando una ‘macchina da guerra’ per attrarre capitali. Potrebbe aprire qualcosina solo su piccoli accordi settoriali. Che però sono molto importanti per le imprese italiane. Per ora è certo che dovremo pagare costi più alti per l’export in Uk di macchinari, elettronica, tessile-abbigliamento, agroalimentare, materie prime vegetali, prodotti chimici e in plastica. Bruxelles sta tentando una manovra laterale, considerare la Dichiarazione Politica come un trattato e dichiararsi indisponibile a rivederlo. Ma gli inglesi non sembrano pronti ad abboccare e hanno ribadito, asciutti, che la Dichiarazione è un solo documento che stabilisce dei parametri, non un trattato.

Brexit, arriva il divorzio. Cosa cambierà dal 31 dicembre

Fino al 30 giugno 2021, tutti gli espatriati già registrati oggi come residenti manterranno gli stessi diritti. Attualmente gli italiani in Uk sono 700 mila, ma secondo l’Università di Leuven potrebbero trovare conveniente il rimpatrio circa 140 mila persone. La legge inglese non prevederà limiti per chi guadagna almeno 30 mila euro l’anno. Molti hanno già presentato domanda per ottenere la residenza permanente (il Settle Status), ottenibile con 5 anni di permanenza effettiva in territorio inglese, esibendo documenti e contratto di lavoro. Ma è chiaro che diverrà più complicato l’accesso per la manodopera non specializzata e con redditi bassi. Gli italiani che sono in Inghilterra da meno di 5 anni potranno richiedere il Pre Settle Status, un permesso di soggiorno a tempo, da rinnovare. Fra i due permessi c’è una bella differenza. Col Settle Status gli italiani residenti in Uk potranno godere di molti aiuti e delle stesse agevolazioni offerte ai cittadini inglesi. Invece il Pre Settle Status riconoscerà loro solo la posizione di residente regolare. Dunque niente suddidi statali in caso di disoccupazione e niente accesso gratuito al sistema sanitario nazionale. Si dovrà anzi versare una tassa di 625 euro per usufruirne.

Capodanno a Londra? Prepararsi in tempo

Finito il lockdown, dopo le vacanze forzate in Italia, molti stanno pensando di scappare a Londra per Natale. Ma attenzione a cosa cambia il 1 gennaio. Per visitare l’Uk come turista, bisognerà esibire il passaporto biometrico e il visto elettronico (l’equivalente dell’Electronic Travel Ahuthorisation per chi viaggia in Usa), che si potrà richiedere online. La carta di identità non sarà più valida e servirà una autorizzazione all’espatrio rilasciata almeno tre giorni prima del volo. Dunque tanto vale mettersi subito a rinnovare i documenti secondo questi nuovi parametri.

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